Morire di anoressia ad 11 anni è una tragedia impossibile da accettare. La storia di Milly Tuomey fa riflettere e proprio per questo merita di essere raccontata. La piccola dublinese è sempre stata ossessionata dall’aspetto fisico e dal desiderio di essere magra. I suoi genitori hanno assecondato fin troppo la tendenza manifestata in così tenera età. “Le belle ragazze non mangiavano”, questo lo slogan che era arrivata a scriversi sulla sua stessa pelle. Così, lei stessa limitava i pasti e le calorie. Se le sue coetanee pensavano alle merende e ai gelati, lei preferiva evitare ogni tentazione con l’augurio di vedersi sempre più esile davanti allo specchio. Questo comportamento l’ha portata al decesso e nessuno ha potuto fare nulla per aiutarla. Non che fossero mancati gli indizi, tra l’altro.
Poco prima di compiere il folle gesto, Milly aveva esposto il suo piano su Instagram. I followers si erano attivati per cercare di aiutarla ma non ci sono riusciti. Era ormai troppo tardi: Milly si è uccisa il 1° gennaio 2018. A scoprirla in fin di la ragazzina è morta poco dopo. La mamma e il papà hanno deciso di ricordarla a distanza di qualche tempo per dare una testimonianza ma anche per sottolineare l’aspetto più nero della vicenda: avevano provato più volte a chiedere aiuto, ma nessuno era stato in grado di aiutarli. Nonostante tutte le perizie e i consulti psichiatrici, la coppia non è riuscita a salvare la vita alla bambina.
La vicenda fa riflettere sotto diversi punti di vista. Com’è possibile che a quell’età non si pensi ai giochi e alle amichette? Come mai l’apparenza, i social e la sensazione di non essere mai ‘abbastanza’ (belle? Magre? Fotogeniche?) avevano già un ruolo così importante nella sua esistenza? Senza voler giudicare i genitori della piccola, già afflitti da una così grave perdita, bisogna sicuramente mettere in guardia chiunque spinga i propri figli oltre i limiti dettati dalla loro età e chiunque sottovaluti i segnali da loro lanciati. In un mondo ideale bisognerebbe essere in grado di supportare i ragazzi nelle loro scelte facendo però comprendere quali confini non devono essere superati per nessuna ragione al mondo.
La piccola Milly è decisamente andata oltre e la sua giovane vita si è spezzata prematuramente. Una tragedia che lascia un vuoto incolmabile e tanta amarezza, ma anche una testimonianza da tenere a mente come monito. Milly si considerava brutta, non accettata e questo disagio è cresciuto a dismisura. Alla fine le aveva causato un serio squilibrio mentale che l’ha portata a scrivere un vero e proprio ‘diario del suicidio’. Il tutto finché dalle parole non è passata ai fatti: la parola fine è arrivata in casa sua, infrangendo il cuore della famiglia e di chiunque l’abbia conosciuta.
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