Aids, il vaccino italiano è stato definito ‘promettente’ (e in effetti lo è eccome). Cosa ancora più importante, potrebbe salvare i pazienti dalla condanna di passare la vita accompagnati perennemente dai farmaci antiretrovirali. Il vaccino ‘Tat’ potrebbe infatti consentire il controllo dell’infezione senza ricorrere con assiduità alla terapia farmacologica. Questa al momento rappresenta l’unica possibilità di sopravvivenza per milioni di malati. Il vaccino, però, permetterebbe interruzioni almeno per un periodo. Questa la significativa svolta venuta a galla al termine di un follow-up durato ben 8 anni.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Immunology e racconta quanto emerso dalle analisi effettuate su pazienti immunizzati con il vaccino Tat. A metterlo a punto è stata l’equipe guidata dalla dott.ssa Barbara Ensoli, Direttore del Centro Nazionale per la Ricerca su Hiv/Aids dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il follow-up ha dimostrato che la somministrazione del vaccino Tat a pazienti in terapia antiretrovirale (cART) è in grado di ridurre drasticamente il ‘serbatoio di virus latente’ fino ad ora inattaccabile dalla sola cART. Entusiastici i commenti della dott.ssa Ensoli: “Si tratta di risultati che aprono nuove prospettive per una cura funzionale dell’Hiv, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo la sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con Hiv, riducendo la tossicità associata ai farmaci e migliorando l’aderenza alla terapia e la qualità di vita, problemi di grande rilevanza soprattutto in bambini e adolescenti, con l’obiettivo, in prospettiva, di giungere all’eradicazione del virus”, ha affermato soddisfatta e carica d’ottimismo.
Una bambina sudafricana affetta da Hiv (l’aveva contagiata la madre durante il parto) di 10 anni è il terzo caso al mondo di virus tenuto sotto controllo senza farmaci. Accertata immediatamente la patologia, la piccola era stata messa in terapia antiretrovirale a 9 settimane per i 10 mesi successivi, finché non si era avuta la soppressione virale. La sconcertante notizia è che ora, dopo ben 8 anni e mezzo senza farmaci, il virus è ancora sotto controllo.
Purtroppo non si può parlare di vera e propria soppressione perché l’Hiv è molto insidioso ed ha il potere di inserirsi nel sistema immunitario del malato creando dei depositi che non possono essere attaccati da alcun farmaco. Eppure, pur non essendo possibile sradicarlo al 100 per cento, nella piccola paziente il virus è stato mandato in remissione. Una notizia splendida che ha subito fatto il giro del mondo ricevendo solo entusiasmo e buon augurio.
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