La dieta sinergica del dottor Michael T. Murray parte da un principio fondamentale per la salute e il benessere del corpo: mangiare sano non è sufficiente, occorre abbinare i cibi in modo corretto per stare bene e dimagrire una volta per tutte. Esperto in medicina naturale, Murray ha così creato la dieta sinergica partendo proprio dalla ‘sinergia’, ovvero dal modo in cui i diversi alimenti e i fattori dietetici si combinano. Questi ovviamente devono poi essere sommati ai fattori individuali, che rendono gli effetti di ogni dieta estremamente soggettivi. Il suo regime ipocalorico si basa sulle diete più apprezzate al mondo, in particolare la dieta Mediterranea, quella nordica e quella di Okinawa.
Una caratteristica particolarmente apprezzabile è la possibilità di consumare moltissimi cibi, senza subire troppi divieti. “Il mio consiglio è quello di cercare di mantenere il carico glicemico sotto i 20 per ogni periodo di 3 ore”, ha affermato Murray. Il motivo è semplice: ogni volta che vengono assunti degli alimenti contenenti carboidrati si verifica un ulteriore aumento della concentrazione di zuccheri nel sangue. Ecco perché, di norma, alla glicemia servono circa 3 ore per ritornare al livello in cui si trovava prima del pasto. Prima di passare ad un menù tipo ipotizzato dall’esperto, va spezzata una lancia a favore di alcuni alimenti. Quelli composti per lo più da acqua (quali ad esempio mele o meloni), da fibre (barbabietole, carote) o da aria (basti pensare ai popcorn) non causano un aumento rapido della glicemia nonostante posseggano un elevato indice glicemico. Il consumo è quindi ammesso senza problemi, purché le porzioni restino moderate.
La sindrome del piatto vuoto potrebbe sembrare una malattia immaginaria oppure un semplice gioco di parole. Eppure, è un problema vero e proprio che può causare l’aumento di peso. Per capire di che si tratta basta immedesimarsi in una situazione tipo, nella quale si sarà trovato chiunque almeno una volta nella vita: su un vassoio c’è ultimo pasticcino così, anche se si è pieni, si tenderà a mangiarlo perché “sarebbe un peccato buttarlo”. In altre parole, si innesca un meccanismo mentale che spinge a mangiare un determinato alimento solamente perché è rimasto nel piatto. Nemmeno a dirlo, il ragionamento funziona molto di più con i cibi ricchi di calorie che non con gli alimenti light. Certamente quelli che contengono zuccheri e grassi fanno più gola.
Uno studio condotto dai ricercatori americani dalla Hofstra University di New York spinge a non sottovalutare affatto questa sindrome: sarebbero proprio queste porzioni extra a causare un aumento di peso (utile il consiglio degli esperti in vista delle abbuffate). Ma come evitare di cadere in tentazione? La dott.ssa Lona Sandon dello University of Texas Southwestern Medical Center ha proposto un metodo che in realtà non convince più di tanto: mangiare cibi con meno grassi, visto che raramente ci si lascia tentare da porzione extra di verdure o legumi.
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