La storia di Kaleb è commovente sotto molti punti di vista. Il piccolo ha avuto un problema alla nascita che gli ha provocato un danno cerebrale molto importante. durante il parto è rimasto per un lasso di tempo abbastanza lungo senza respirare, il che ha avuto ripercussioni notevoli sullo sviluppo del cervello. I medici che lo avevano in cura hanno espresso un verdetto impietoso sin dal primo momento: non c’erano speranze. Per far capire la gravità della diagnosi basta sottolineare che i medici lo avevano dato per spacciato: Kaleb poteva considerarsi cerebralmente morto. I genitori tuttavia non hanno voluto arrendersi, così hanno proseguito con le cuore sperando in un miracolo.
Le loro preghiere, evidentemente, sono state ascoltate. Dopo 10 giorni, quando i dottori hanno consigliato ai genitori di staccare la spina, è avvenuto il miracolo. La coppia, nella disperazione più totale, ha dato il proprio assenso il 10 settembre 2017. Kaleb tuttavia non si è spento. Al contrario, ha continuato a respirare da solo ed è sopravvissuto. Ora ha 15 mesi: il danno cerebrale purtroppo c’è stato e lascerà sempre degli strascichi, tuttavia la cosa più importante è che sia vivo e che cresca. Ora passerà il primo Natale in casa, dimostrando a tutti che quello a crederci di più era proprio lui. I genitori hanno dato la bella notizia sui social per comunicarlo a quelli che avevavno fatto il tifo per loro sin dall’inizio, ma non solo. Il loro desiderio è quello di dare un segnale a tutti coloro che soffrono per un dramma simile: mai perdere le speranze.
La storia di Alfie Evans ricorda quella di Charlie Gard: un giudice dell’Alta Corte di Londra ha ordinato di staccare la spina nonostante il volere contrario dei genitori e l’assenza di una diagnosi esatta. La motivazione sembrerebbe in favore del bambino, che “ha bisogno di quiete e pace”. I medici sarebbero quindi autorizzati a staccare i macchinari che tengono in vita Alfie, attualmente ricoverato all’ospedale pediatrico di Liverpool. Purtroppo la vicenda ricorda da vicino quella di Charlie Gard, affetto da sindrome da deperimento mitocondriale. La malattia aveva compromesso tutte le sue facoltà nel giro di pochi mesi e alla fine i genitori avevano dovuto arrendersi in quanto ormai “era troppo tardi”. Charlie aveva passato gli ultimi giorni di vita in un un hospice per l’interruzione ‘in breve tempo’ dei supporti vitali ed era volato in cielo il 28 luglio 2017 dopo una lunga battaglia che aveva visto i suoi genitori chiedere aiuto a tutte le principali autorità mondiali. L’assenza di una diagnosi esatta per Alfie lascia perplessi: il paziente meriterebbe forse qualche chance in più? Le sue funzioni mentali e fisiche sono davvero irrecuperabili? Con queste domande nel cuore, per mamma Kate e papà Tom è davvero troppo presto per staccare la spina.
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