Elisa era una donna forte che ha dovuto lottare per anni contro un tumore. Alla fine, quando non c’era più niente da fare, ha deciso di andarsene. Sì, lo ha deciso e lo ha fatto con serenità. Non è stata sottoposta ad alcun accanimento, come raccontato a Carlo Rovelli. Lui è un fisico di fama internazionale e lei la traduttrice dei suoi libri in francese. Il legame è bastato per portare a galla una testimonianza incredibile e molto commovente, raccolta e pubblicata dal Corriere della Sera. Rovelli ha ricevuto una lettera che spiegava ogni dettaglio e gli ultimi istanti della vita di una paziente che, non in Italia (la donna si era trasferita già da molto, ben prima della sua malattia), ha potuto scegliere come e quando dire basta alla sofferenza (cosa che spera di raggiungere anche Irene con la sua battaglia).
La lettera di Elisa
“Caro Carlo, Elisa si è spenta pacificamente ieri mattina alle dieci e trenta minuti, precisamente nel modo in cui lei desiderava: mentre dormiva, circondata da sua sorella, suo marito, la sua migliore amica, mia figlia e me, nel suo letto, a casa sua, in via Fontana dell’Amore a Bruxelles, al primo piano, con la finestra aperta, per eutanasia. È stato un momento di grande commozione, sereno, magnifico. Si, è possibile. Elisa ha lottato per due anni e mezzo contro un tumore, che alla fine ha vinto la partita. Ha fatto dono del suo corpo alla facoltà di Medicina dell’Università Libera di Bruxelles, per aiutare la ricerca contro il cancro. Ha chiesto di non organizzare nessun evento particolare a seguito del suo decesso. La grazia del nulla. Elisa ha sorriso gioiosamente quando le ho raccontato di un amico che voleva già prepararle un omaggio e aveva già scritto un discorso. Non poteva più parlare, ma era perfettamente lucida e ha alzato il pollice sorridente quando le ho mostrato il libro che lei mi aveva regalato nella preparazione della sua partenza…”
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