La dieta nutraceutica è un elisir di lunga vita. Gli esperti non hanno dubbi: un corretta alimentazione, insieme ad un’attività fisica costante, sono il segreto per vivere una vita lunga e sana. L’elemento più importante ovviamente è la composizione dei cibi: sono loro, i singoli nutrienti presenti nel piatto, a dare il via libera ad un invecchiamento ottimale. Il corredo genetico, infatti, conta solamente per il 25 per cento. Da qui alla dieta nutraceutica il passo è breve. Ma di che si tratta esattamente? La nutraceutica è una disciplina che studia i principi attivi contenuti nel cibo e nelle piante. Non a caso si potrebbe dire che l’approccio è quasi di natura medica-farmacologica. In prima linea, tra gli ingredienti da prediligere, ci sono la curcuma, l’olio extra vergine d’oliva, il cacao, il the verde, il pesce azzurro e i broccoli. Le sostanze nutraceutiche non sono altro che dei derivati di questi alimenti: antiossidanti, vitamine, enzimi e acidi polinsaturi, per l’esattezza.
La dieta nutraceutica potrebbe così rappresentare il giusto compromesso tra linea, gusto e salute. Peccato però che non sia facilissima da attuare. Il problema è che i nutrienti presenti negli alimenti sono estremamente mutevoli. Un esempio serve a chiarire la faccenda. Il pesce fornisce omega-3 (ottimi per proteggere il cuore e controllare il livello di colesterolo nel sangue), ma non perché li produca. Gli omega-3, infatti, li assumono dalle alghe. Quindi se quel pesce non si è cibato di alghe – perché magari è d’allevamento e nel mangime che ha ricevuto non c’èra l’aggiunta di omega-3 – chiaramente non ne conterrà affatto. Stesso identico discorso per il the verde: i benefici, riscontrabili soprattutto a livello cardiovascolare, sono dovuti in particolar modo alle catechine. No catechine no vantaggi per cuore e sangue. Cosa fare quindi? Il prof. Giovanni Scapagnini ha cercato di dare qualche spiegazione in più e soprattutto qualche consiglio sul Corriere.it.
“Purtroppo non sempre basta una sana alimentazione per assumere i nutrienti di cui abbiamo bisogno perché non sappiamo che cosa ci sia di preciso nei cibi e le quantità che riusciamo a mangiare non sono sufficienti. La curcuma, ad esempio, è un potente antinfiammatorio. È evidente tuttavia che nella nostra dieta non abbondiamo di curcumina come succede in altre zone del mondo”, ha dichiarato l’esperto elencando altri esempi pratici. A suo avviso la difficile applicabilità della dieta nutraceutica – come anche della dieta mediterranea – risiede nel business. L’alimentazione è legata al marketing a scapito dei valori nutrizionali. Leggere bene le etichette, in questo caso, potrebbe rivelarsi molto deludente (oltre che più difficile del previsto).
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