L’influenza 2018-2019 ha fatto registrare un’impennata clamorosa nella settimana del 22-28 ottobre. La colpa probabilmente spetta al maltempo e ai nubifragi che hanno caratterizzato quelle giornate così complesse per la Penisola, ma in fondo anche nei giorni precedenti le cose non erano andate meglio. Il risultato, dati alla mano, è il seguente: 125mila individui ammalati nell’arco di 15 giorni. La domanda a questo punto è sorta spontanea tra gli italiani: il picco influenzale è già arrivato? Cosa bisogna aspettarsi? La risposta non si è fatta attendere visto che gli epidemiologi hanno voluto rassicurare i cittadini: ci si trova ancora nella fase definita “basale”, il che significa che il peggio deve ancora venire, non ha già bussato come molti credevano.
I dati Influnet
Ovviamente gli esperti, prima di fornire una risposta certa, consultano i dati Influnet forniti ogni settimana dall’Istituto Superiore di Sanità. Al momento l’incidenza dei malanni di stagione è pari a una persona ogni 1000. Per passare a una fase di “intensità bassa” bisognerà aspettare che i casi diventino più di 2,74 ogni 1000 persone (quota raggiunta, nel 2017, la prima settimana di dicembre). Meglio però non avere fretta. Il rischio, infatti, è che la situazione degeneri velocemente verso l’“intensità media” (più di 8,41 persone su 1000 colpite) e l’“intensità alta” (più di 12,89 persone ogni 1000). Per il picco quindi è ancora presto. Ciò che emerge da queste prime settimane di vero inverno è però che la curva è partita leggermente più alta rispetto a quella dello scorso anno.
Troppo tardi per il vaccino?
Anche se i virus si stanno già diffondendo, l’Istituto di Sanità e il Ministero restano dell’opinione che ricorrere al vaccino possa ancora rappresentare una scelta giusta. Si tratta infatti della “forma più efficace di prevenzione dell’influenza”, è stato precisato. L’obiettino minimo per una copertura vaccinale ottimale sarebbe pari al 95 per cento ma ci si accontenterebbe volentieri anche di centrare il traguardo minimo del 75 per cento.
Influenza 2018-2019: come sarà
L’influenza 2018-2019 è il primo pensiero che tocca gli italiani non appena le temperature si abbassano. Le aspettative degli esperti parlano di una stagione influenzare di media entità, eppure era stato detto lo stesso nel 2017: nessuno si sarebbe aspettato di vedere 8,5 milioni di malati con 160 decessi diretti e altri 10.000 indiretti (ovvero legati a polmoniti, complicanze respiratorie o altre cardiovascolari). Per questo meglio non sottovalutare la situazione nemmeno per l’inverno che ormai è alle porte. I virologi prevedono 5 milioni di casi influenzali dovuti ai virus. Il più comune dovrebbe essere quello denominato A H1N1 ma, proprio come nella passata stagione, l’incognita è rappresentata dalla variante B. Quest’ultima colpisce soprattutto i bambini, che loro malgrado contribuiscono notevolmente alla diffusione dell’influenza.
Combattere i malanni: no agli antibiotici!
Usare gli antibiotici in caso di influenza è decisamente sbagliato visto che essi combattono solamente le infezioni batteriche. Nonnon bisogna dimenticare però che l’influenza stagionale non è causata da batteri bensì da virus. Molto meglio pensare ai rimedi della nonna quali brodo di pollo, miele e riposo. In alternativa, ci si può automedicare con antistaminici, vasocostrittori, colluttori, fluidificanti e mucolitici contro la tosse, antinfiammatori contro dolori e febbre. In ogni caso è necessario consultare il medico se la situazione non migliora nel giro di 4-5 giorni.
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