Una donna incinta di 9 mesi è giunta all’ospedale di Empoli accusando forti dolori addominali. Arrivata alla 36esima settimana, la trentasettenne si preparava a diventare mamma per la seconda volta. Il malessere che avvertiva coinvolgeva in modo particolare il fianco destro, così i medici hanno deciso di trasferirà al pronto soccorso ostetrico. Lì si è sottoposta ad un tracciato cardiotocogramma e a un’ecografia, ma entrambi gli esami non hanno segnalato alcuna anomalia. Con dei risultati così così convincenti e rassicuranti, la donna è stata rimandata a casa. Era un privato ad occuparsi di lei e della sua gravidanza, e nella visita aveva dichiarato di soffrire di gastroenterite da circa 3 giorni. Per il resto non era possibile riscontrare nessuna emergenza. Evidentemente doveva essersi trattato di un falso allarme, o almeno questo è ciò che è stato pensato dal personale medico della struttura pubblica.
Il bimbo muore dopo 2 ore
A riferire i dettagli è la Asl Toscana Centro. “La specialista ginecologa non ha riscontrato elementi di emergenza urgenza e la donna è stata rinviata al domicilio”, si legge in una nota. Dopo solo 2 ore, tuttavia, la situazione è degenerata ed è accaduto il peggio. Intorno a mezzanotte e mezza la donna è tornata in ospedale con dolori addominali ancora più forti. Lì sono stati ripetuti gli esami già svolti nel pomeriggio, ma stavolta i verdetti sono stati molto più tragici. Il bambino era morto in quanto purtroppo si era verificata una morte fetale intrauterina con emorragia addominale in atto. I sanitari hanno disposto un cesareo d’emergenza con il quale sono riusciti a salvare almeno l’utero della donna. Le sue condizioni di salute sono buone.
Si apre un’inchiesta
Nulla risarcirà la mamma per la sua perdita, tuttavia la legge dovrà appurare se ci siano delle responsabilità da attribuire. A specificarlo è anche Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana: “Ci sarà una commissione esperti. Esprimo prima di tutto il mio cordoglio e la vicinanza alla famiglia. Da sempre poniamo massima attenzione al percorso nascita e assicuro che si compirà ogni approfondimento per chiarire quanto avvenuto all’ospedale di Empoli. La Direzione regionale della sanità provvederà a nominare un gruppo di esperti, in aggiunta al percorso di rischio clinico avviato dalla Asl Toscana centro. Quanto accaduto verrà esaminato valutando i fatti e l’adeguatezza delle procedure seguite”, ha promesso.
La pancia non è gonfia per la gravidanza
Kirsty Butler, una ragazza di 22 anni di Swansea, nel Galles, era incinta ma la pancia era decisamente troppo grande per essere solamente alla sesta settimana. Per questo motivo è andata in ospedale per sottoporsi ad un’ecografia e il ginecologo ha scoperto che il pancione non era dovuto al bambino ma ad una cisti ovarica di dimensioni straordinarie: ben 30 centimetri. A quel punto la ragazza ha preso la più sofferta delle decisioni: operarsi per evitare che un’ulteriore crescita mettesse a repentaglio la sua vita e quella del piccolo che aveva in grembo. Bisognava ricorrere ad un intervento chirurgico e la giovane ha detto sì, nella speranza che tutto andasse per il meglio. Purtroppo non è stato così. Il piccolo è morto per un aborto spontaneo ma gli esami sulla fertilità di Kirsty hanno dato invece buone notizie: la paziente potrà ancora concepire.
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