Chirurgia estetica 2.0: si va dal chirurgo col selfie ritoccato e si chiede di apparire proprio in quel modo. A dichiararlo sono proprio i chirurghi, i quali si trovano sempre più spesso a fare i conti con una richiesta ben precisa: diventare come quando si usano i filtri bellezza. Persino Photoshop sembra obsoleto: ormai modificare la propria immagine è talmente semplice che ci si abitua a quelle caratteristiche fino al punto di volerle emulare anche nella realtà. È come quando, un tempo, ci si recava dal chirurgo con la foto delle celebrità e si chiedeva il ritocchino per assomigliare a Claudia Schiffer o Richard Gere. Inutile dire che l’attuale tendenza è preoccupante e biasimabile proprio al pari di quella vecchia. I chirurghi sono consapevoli che ormai l’importanza dei followers è vitale e che abusare del bisturi è sbagliatissimo.
Tra l’altro, i numeri parlano chiaro: l’Italia da anni figura tra i primi 10 paesi al mondo per numero di interventi estetici, toccando la soglia del milione l’anno. E a quanto pare ormai i chirurghi devono ispirarsi ai filtri su viso, curve ed espressioni dei pazienti. A rivelarlo sono gli esperti dell’Isaps, ovvero la Società internazionale di medicina plastica estetica: “I filtri di Instagram consentono alle persone di creare una versione idealizzata di se stessi in forma selfie, che poi pubblicano sui loro social. Piuttosto che modellarsi sulle celebrità, si stanno modellando su loro stessi”, affermano. Prevedibilmente, sono i giovanissimi a rischiare di più. Come spiegato da Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale Adolescenza, “Due adolescenti su 10 ricorrerebbero sempre alla chirurgia plastica per essere più belli: il 79,5 per cento sono femmine. Un adolescente su 10, inoltre, ha già fatto trattamenti estetici, dimagranti e anticellulite”. Apparire è prioritario, poi viene il resto. Basti pensare che c’è addirittura chi parla di ‘selfite’, definendola come una vera e propria malattia.
Uno studio condotto dal Boston Medical Center e pubblicato sulla rivista Jama Facial Plastic Surgery ha voluto analizzare più da vicino la questione ed è arrivata a definirla come “Dismorfia da Snapchat”. Sono i chirurghi stessi a confermarlo: i pazienti vanno da loro per essere identici alla versione ‘filtrata’ di se stessi. Se prima la perfezione si vedeva solamente sulle riviste di moda, adesso anche i social trasbordano di foto in cui non è ammesso avere un difetto. A permetterlo sono applicazioni quali Snapchat e Facetune, allora perché non portare quelle migliorie al proprio aspetto una volta per tutte?
Largo ai belfie, soprattutto per gli amanti del fitness che accettano il proprio corpo e non vedono l’ora di mostrarlo. Ma cosa sono? In poche parole si tratta di autoscatti che hanno come protagonista il proprio lato B (belfie = selfie + bootie). Per realizzare un belfie perfetto occorre uno smartphone, un abbigliamento succinto e sexy, uno specchio e tanto esibizionismo. Ovviamente se lo scatto è venuto bene va postato sui social insieme ad un commento divertente e qualche hashtag creativo. Un po’ di allenamento, infine, non guasta. Più che trasparenze e vedo-non-vedo, le celebrities scattano i belfies in slip, costume da bagno o leggings super attillati: il lato B deve proprio vedersi.
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