Franco Berrino ha parlato del riso bianco ed ha concluso che assumerlo, da un punti di vista puramente nutrizionale, è del tutto inutile. Come provocazione, l’epidemiologo ha affermato che sarebbe meglio buttarlo insieme all’acqua utilizzata per cuocerlo. La proprietà davvero eccezionale del riso è la scarsa quantità di proteine rispetto agli altri cereali. Ciò è positivo poiché l’alimentazione moderna vede un consumo eccessivo di proteine, le quali a suo avviso rientrano tra le principali cause di obesità nel mondo occidentale. Altra interessante caratteristica del riso è la presenza di polifenoli, degli antinfiammatori naturali (ecco perché, in caso di indisposizioni, ci si possono somministrare 1-2 giorni a base di riposo e riso integrale). Proprio qui risiede la chiave fondamentale dell’intervento di Berrino: il riso dev’essere integrale e diventa inutile se si tratta di quello bianco raffinato (il video in basso raccoglie le idee dell’esperto sull’argomento).
Il riso bianco fornisce solamente piccole quantità di carboidrati da bruciare e quindi energia, ma il consiglio è quello di abbandonarlo in favore del riso integrale. I consumatori possono non accorgersene ma la composizione degli amidi è solo l’ultimo tassello che spinge ad acquistare il riso integrale, meglio ancora se proveniente da agricoltura biologica senza pesticidi. La più grande lamentela dei consumatori al riguardo non prende di mira né il sapore né i costi del riso integrale, bensì la lunghezza della cottura. Ci vuole molto (circa 35-55 minuti, a seconda del prodotto) per cuocerlo e non bisogna assolutamente scolarlo, ma Berrino ha una soluzione anche per questi ostacoli: prepararlo con calma la sera – in una pentola col fondo spesso, mettendo una tazza di riso e due di acqua – e consumarlo il giorno dopo, quando sarà solo da scaldare.
Volendo stilare un podio degli alimenti amici del cancro, l’esperto mette lo zucchero bianco sul gradino più alto del podio. Al secondo ci sono gli insaccati, soprattutto il prosciutto cotto. Infine, terzo posto per le carni rosse. L’ultimo consiglio dell’epidemiologo esula dall’alimentazione e si sofferma sull’allenamento cui sottoporre sia il corpo che lo spirito: è necessario dedicarsi ad un’attività fisica quotidiana (anche leggera) senza trascurare il proprio spirito interiore. È così, a quanto pare, che le persone potranno diventare degli ‘anziani in salute’. Berrino consiglia inoltre di evitare tutto ciò che “è morto” e di dare priorità a “cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Variando moltissimo tra questi, perché ogni alimento ha la sua specificità nutritiva”. Via libera però al pesce “perché ha gli omega 3 che hanno un’azione antinfiammatoria”. Di tanto in tanto, poi, si consiglia il digiuno.
Andare a fare la spesa è una delle azioni più importanti per la propria salute visto che è proprio in quei momenti che si decide ciò che arriverà in tavola. Recarsi al supermercato con un esperto del calibro di Franco Berrino però non è da tutti e può riservare una miniera di spunti. L’epidemiologo ha messo nella cosiddetta “lista nera” una lunga serie di cibi: a colazione niente riso soffiato né cereali bianchi né alimenti contenenti sciroppo di glucosio che alzerebbero troppo l’indice glicemico. Addio ai biscotti ma anche ai dolci fatti in casa, se contengono farine bianche (non si salvano nemmeno quelle biologiche). Consensi positivi per zucchine, melanzane e pomodori ma non solo per loro. Il banco della frutta e verdura può vantare commenti più che positivi: sì a melograno, sedano, zucca, rape, cipolle, sesamo, frutta secca, sgombro, vongole, tofu, legumi e soprattutto cereali.
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