Maiali uccisi a martellate: ad Ancona l’allevamento degli orrori [VIDEO]

Maiali uccisi a martellate in un macello legato alla produzione del prosciutto di Parma. L’associazione Essere Animali ha filmato i maltrattamenti disumani cui sono sottoposti gli animali in un allevamento di Ancora, ha diffuso il video sfruttando il web ed ha lanciato una petizione su Change.org. Tutto per fermare gli abusi, i maltrattamenti e le evidenti violazioni delle minime norme di protezione degli animali. Per guardare le immagini riportate nel video in apertura ci vuole fegato e un profondo desiderio di verità data la loro forza. Non bisogna essere degli animalisti convinti per capire che viene meno il concetto di umanità e di rispetto dell’essere vivente. Si assiste ad esempio all’uccisione di una scrofa a martellate, colpita per oltre 30 minuti durante i quali l’animale era ancora vivo e sofferente. Non meno duro l’utilizzo del pungolo elettrico, senza avere pietà nemmeno per le scrofe gravide. Alcuni maiali vengono ripetutamente picchiati con tubi di ferro, altri presi a calci, lanciati e persino lavati con un’idropulitrice che dirige il potente getto direttamente sul muso. Le scene finali concludono il terrificante quadretto con cumuli di cadaveri disseminati ovunque (anche nei secchi di ferro).

La richiesta di Essere Animali e di Change.org è molto semplice: la presenza di abusi è evidente, quindi le autorità competenti dovrebbero revocare immediatamente le autorizzazioni a quell’allevamento degli orrori. Purtroppo in passato lo stesso prosciutto di Parma era balzato agli onori della cronaca per questi stessi abomini, cavandosela con una multa (il link in fondo all’articolo richiama la vicenda). Visto che nonostante il passare del tempo il comportamento non accenna a cambiare, è necessario pretendere qualcosa in più. Purtroppo in Italia la normativa che regola tale ambito è estremamente lacunosa, quindi probabilmente sarebbe opportuno fermare questa crudeltà e, subito dopo, sopperire alla mancanza di leggi adeguate. Anche perché quello di Ancona non è affatto un caso isolato…

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