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Celiachia, nuovi tetti di spesa 2018: cosa cambia

Chi riceve una diagnosi di celiachia ha diritto ad alcuni buoni da spendere per la spesa: il nuovo regolamento 2018 sostituisce il precedente, cosa cambia e cosa invece resta uguale.

Dopo qualche ipotesi e le prime in descrizioni, sulla Gazzetta ufficiale sono stati pubblicati i nuovi provvedimenti che riguardano da vicino tutte le persone che si trovano ad affrontare una celiachia diagnosticata. Dopo diversi anni, infatti, cambiano gli importi massimi spendibili con il rimborso del Servizio sanitario nazionale da utilizzare per pane, pizza e altri cibi senza glutine. Una prima aggiunta riguarda i piatti pronti, che verranno inseriti tra quelli rimborsabili così da poter consentire ai celiaci di adeguarsi a stili di vita più moderni. Una cosa resta uguale: i buoni possono essere richiesti solo da chi ha una diagnosi accertata di celiachia. Per quanto riguarda le cifre, invece, c’è stato un taglio del 19 per cento.

Tale diminuzione è stata motivata con un dato oggettivo: i prezzi per questi alimenti sono notevolmente scesi negli ultimi anni, così il ministero ha pensato di rivedere la tabella. Il nuovo decreto ha anche cambiato le fasce di età, che passano da 4 a 6: sono state introdotte le fasce 10-13 anni, 14-17 anni, 18-59 anni e quella per over 60. In questo modo ci si vuole indirizzare ai pazienti nel modo più specifico possibile, mentre prima tutti i ragazzi di età superiore ai 10 anni erano già considerati adulti. La generalizzazione è stata giudicata errata poiché il fabbisogno alimentare di un adolescente è molto diverso da quello di un sessantenne.

Il nuovo decreto era già stato approvato nel maggio 2018 ma è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale solamente il 28 agosto. Ciò non significa che sia tutto già pronto per il passaggio: prima di vedere dei cambiamenti concreti bisognerà attendere almeno 9 mesi, i quali serviranno anche ad appianare le differenze che caratterizzano ogni singola regione (alcune consentono di spendere il budget mensile tra diverse categorie di esercenti tra cui i supermercati, in altre invece non esiste alcuna alternativa alle farmacie). 6 mesi certamente verranno impiegati dal ministero per revisionare il registro degli alimenti, mentre altri 3 verranno concessi alle Regioni per applicare la nuova tabella (inserita in fondo all’articolo).

LEGGI ANCHE: CELIACHIA E PRONTO SOCCORSO: NUOVI LIMITI AI RIMBORSI E CODICE LILLA

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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