Colesterolo buono: quand’è troppo buono… fa male

Il colesterolo buono non è sempre un alleato della salute: una ricerca americana spiega perché concentrazioni troppo alte possono causare infarto e morte.

Un gruppo di scienziati americani ha avuto qualcosa da ridire sul concetto di “colesterolo buono”. A quanto pare, infatti, questo non sarebbe così benevolo nei confronti di cuore e arterie. Marc Allard-Ratick, autore dello studio e professore della Emory University School of Medicine di Atlanta, ha spiegato che sebbene il colesterolo buono sia sempre stato accettato e favorito dai medici, in realtà si rivela dannoso quando è presente in quantità troppo elevate. In altre parole, troppo colesterolo buono diventa cattivo.

La domanda a questo punto sorge spontanea: entro quali livelli il colesterolo Hdl può essere considerato buono? Per trovare una risposta, i ricercatori hanno preso in esame 5.965 individui con un’età media di 63 anni, di cui il 35 per cento donne e la maggioranza con malattie cardiovascolari pregresse. L’indagine si è focalizzata sui livelli di colesterolo buono, incidenza di infarto e morte. Per restringere il campo, i volontari sono stati divisi in 5 gruppo diversi:

  • sotto i 30 mg/dL (milligrammi per decilitro)
  • 31-40 mg/dL
  • 41-50 mg/dL
  • 51-60 mg/dL
  • oltre 60 mg/dL

4 anni dopo aver effettuato queste analisi, i ricercatori hanno studiato lo stato di salute dei partecipanti. Il team di Allard-Ratick ha scoperto che livelli troppo bassi o troppo alti di Hdl portano a un rischio cardiovascolare maggiore. In altre parole, infarti e decessi si presenterebbero con maggior facilità nei due gruppi estremi. Basti pensare che la presenza di una concentrazioni di colesterolo buono oltre i 60 milligrammi per decilitro sono state collegate ad un rischio di attacco di cuore e morte superiore addirittura del 50 per cento.

Numeri che parlano chiaro, commentati dallo stesso Allard-Ratick: “Per noi cardiologi, potrebbe essere arrivato il momento di rivedere la nostra visione del colesterolo buono. I nostri risultati sono importanti perché contribuiscono a un numero sempre crescente di prove sul fatto che concentrazioni di colesterolo Hdl molto alte nel sangue potrebbero non essere protettive”. Ora non resta che capire il motivo di un tale capovolgimento di fronte. Non esiste ancora una risposta univoca, tuttavia “una possibile spiegazione è che il colesterolo Hdl a elevate concentrazioni possa diventare ‘disfunzionale’: invece di proteggere dalle patologie cardiovascolari, le può favorire”, ha concluso il ricercatore.

Colesterolo buono: quand'è troppo buono... fa male

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