Flavia Tartaglini rappresenta l’Italia in uno sport che si pratica poco e del quale si alla ancora meno: il windsurf. I pregi della disciplina tuttavia sono tanti: il contatto con la natura, la sfida con se stessi e con tutti gli elementi, i viaggi intorno al mondo e tanto sano allenamento. L’atleta azzurra, sesta alle Olimpiadi di Rio 2016 e medaglia d’argento alla World Cup Series di Miami 2018, ne ha parlato in un’intervista a VelvetBody.
La tua è una disciplina particolare, come ti ci sei avvicinata?
Ho sempre vissuto vicino al mare, a Casal Palocco (un quartiere nella zona Sud di Roma, ndr). I miei genitori non praticavano velistica ma frequentavano un circolo velico, così a 6 anni sono salita sulla prima barchetta. Amo il mare e mi sono innamorata della vela, tra l’altro anche mio padre è uno sportivo. Il windsurf mi ha conquistata perché non amo stare ferma in spiaggia.
Hai praticato altri sport in passato?
Da piccola facevo pattinaggio artistico, poi ho cominciato con la scherma. Ho dedicato molto tempo al pentathlon, facevo nuoto, corsa e soprattutto scherma. Questa disciplina però richiede molto allenamento e frequentando il liceo classico era difficile conciliare tutto, così ho scelto solo il windsurf e mi sono spostata ad Ostia.
Cosa ti ha conquistata del windsurf?
Il mare! Amo il mare e la natura. Restare chiusa in un palazzetto non faceva per me. Il contatto con il vento e le onde è tutto, lo considero qualcosa di puro ed è il primo motivo per cui mi sono innamorata di questa disciplina.
Qual è il sacrificio e la gioia più grande del tuo sport?
La cosa più bella, che però rappresenta anche l’aspetto più duro, è il fatto che sia uno sport poco comune. Le altre discipline seguono schemi fissi, noi invece siamo un po’ nomadi. Ti porta a viaggiare molto a me piace conoscere persone e culture diverse. Ho amici in ogni parte del mondo e ho imparato molte lingue. Da piccola è l’aspetto che ti piace di più ma a 33 anni diventa anche quello più pesante. Non avere una vita è il rovescio della medaglia, passo più di 9 mesi l’anno fuori casa. Il winsurf però è uno sport mai noioso. Bisogna tenere presenti il clima, il tempo, il meteo: non ti annoi mai, non è mai monotono.
Che tipo di alimentazione segui?
Devo ammettere che sono una mangiona. Di solito alterno verdura, frutta, carboidrati e proteine senza seguire diete strane. La mia è un’alimentazione varia, molto però dipende anche da quanto mi alleno. Se posso concedermi uno strappo di sicuro scelgo il gelato.
Come sono strutturati tuoi allenamenti?
Il windsurf ti porta ad essere un atleta a 360°. La preparazione atletica costituisce un buon 60% della disciplina poiché si tratta di uno sport nel quale la frequenza cardiaca deve restare sempre alta. Le competizioni durano settimane, con 3 gare al giorno di 35 minuti ciascuna. In palestra alleno la forza, l’agilità, faccio trazioni, sollevamento pesi, molto cardio ma anche bici, nuoto e corsa.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? In Danimarca ci sono appena stati i mondiali…
Sì, c’è stato il mondiale Isaf (Federazione Internazionale della Vela, ndr), è un mondiale di selezione: si assegna il posto per le olimpiadi (il pass è riservato ai primi 10 e la Tartaglini ha concluso la competizione al nono posto, ndr). Non sono mai state vinte medaglia di squadra, così quando ci si avvicina al traguardo è una grande cosa.
Photo credits Lgs Sportlab
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