Un bimbo è morto a soli 12 giorni di vita per un’herpes infantile non diagnosticata: i genitori creano una fondazione in suo onore e raccolgono fondi per migliorare le strutture ospedaliere.
Sarah aveva dato alla luce il piccolo Kit, il suo primogenito. Il bimbo era in salute e tutto sembrava essere andato per il verso giusto, ad eccezione di un parametro: i livelli di zucchero nel sangue erano leggermente più bassi del normale, tuttavia i dottori non erano affatto preoccupati. 12 giorni dopo, però, Kit è deceduto. Le analisi hanno evidenziato la presenza del virus dell’herpes, il che purtroppo ha lasciato ancora di più l’amaro in bocca nei genitori della baby vittima. Se Kit fosse stato visitato attentamente e con la giusta prontezza, certamente non sarebbe morto. A distanza di quasi un anno dalla tragedia, avvenuta a settembre 2017, mamma Sarah e papà James sono più che mai intenzionati a stabilire le responsabilità di ciascuno – probabilmente il contagio è avvenuto tramite un bacio – e di ottenere giustizia per la loro terribile perdita.
Più che la vendetta, tuttavia, il loro desiderio è quello di capire dov’è possibile migliorare l’efficienza delle strutture ospedaliere affinché drammi di questo tipo diventino sempre più rari. È per questo che, col contributo della Kit Tarka Foundation – creata proprio in onore del loro bambino – stanno raccogliendo fondi per aggiornare la ricerca sul virus dell’herpes nei bambini, istruire i medici e impedire che ciò avvenga di nuovo causando altre evitabili tragedie. “Nessuno sapeva cosa non andasse in Kit, ma ci era stato detto di non preoccuparci per lui”, ha raccontato la mamma. “Non si svegliava per mangiare, era sempre assonnato e non sentiva dolore: se gli pungevano il tallone per fare delle analisi non si svegliava. Le infermiere però erano sprezzanti e dicevano che i suoi esami erano normali”, ha aggiunto.
Una volta tornati a casa la situazione non è affatto cambiata: Kit non piangeva e dormiva in continuazione. La visita di controllo, una routine per i neonati, ha poi segnalato qualche anomalia. Il Royal Alex Hospital di Brighton, in Sussex (Gran Bretagna), ha deciso di sottoporre il bimbo ad una cura di antibiotici. Questo lo ha deformato: Kit era gonfio e sanguinava. I medici hanno cominciato a dire che avrebbe potuto non farcela e infatti, a 12 giorni dalla nascita, è arrivata anche la morte. Resta un mistero come sia stato possibile il contagio e come sarebbe stato possibile scoprire il virus prima che fosse troppo tardi. La coppia ha deciso così di convogliare il dolore in qualcosa di meraviglioso: “Bisogna essere più preparati”, hanno detto per motivare quella che sarà la loro missione numero 1.
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