Addio a Sergio Marchionne: l’ex ad di Fca era tenuto in vita dalle macchine in seguito all’operazione che avrebbe dovuto eliminare il suo sarcoma alla spalla.
Sergio Marchionne si è spento in Svizzera, nel reparto di terapia intensiva della clinica UniversitätsspitalFiat Chrysler Automobiles) costretto al ritiro proprio per la gravità dei suoi problemi di salute, si era sottoposto ad un intervento chirurgico alla spalla nel corso del quale era stato colpito da un’embolia cerebrale fino a cadere in un coma profondo. Sebbene la clinica stesse cercando di mantenere il massimo riserbo sulla questione, alcuni dettagli e aggiornamenti erano stati divulgati.
Ciò che purtroppo è subito apparso certo è che le sue condizioni erano irreversibili: Marchionne è stato tenuto in vita dalle macchine per qualche giorno prima che il suo cuore smettesse di battere. Ciò che ancora non si sapeva – e che non è stato confermato dalla famiglia – è che il dolore di cui soffiva era causato da un sarcoma alla spalla, il quale lo costringeva ad assumere dosi continue di cortisone. A rivelarlo è stato Paolo Madron di Lettera43.it, il quale aveva già dedicato un tweet al manager nel quale annunciava il suo improvviso peggioramento: “Cose che non si vorrebbero mai dire, ma che il dovere di cronaca purtroppo ci impone: Marchionne è in coma profondo”.
L’intervento si era già preannunciato altamente rischioso ma il buon esito è stato ulterioriormente compromesso dal suo problema alla tiroide, a causa del quale Marchionne assumeva ogni giorno dei farmaci. Una volta sopraggiunta l’embolia i medici hanno provato a rianimarlo, con scarso successo. Il sarcoma alla spalla è un tipo di tumore piuttosto raro che colpisce ossa e tessuti molli, muscoli, cartilagini, vasi e tessuto adiposo. Purtroppo è molto difficile da trattare in quanto le possibilità di guarigione sono limitate da recidive, metastasi o da malattie refrattarie alle terapie. Le metastasi si sviluppano principalmente nei polmoni, nel 20 per cento dei casi. Proprio questa neoplasia particolarmente aggressiva ha causato la morte del manager a soli 66 anni.
Un’altra tesi, tuttavia, si è fatta largo dopo il decesso. Fonti vicine alla famiglia hanno smentito l’ipotesi del tumore e confermato quella dell’intervento alla spalla destra andato male. Dopo l’operazione, durante la fase di recupero, il manager italo-canadese avrebbe riportato delle complicazioni post-operatorie “inattese e improvvise”, che avrebbero causato un improvviso arresto cardiaco. Trasferito in rianimazione, il paziente ha avuto un ulteriore attacco cardiaco che lo avrebbe portato alla morte naturale.
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