Grazie alla collaborazione tra un Istituto per la cura dei tumori e il gruppo Diatech, da ora in poi avremo a disposizione uno strumento – non invasivo – per la diagnosi del colon retto .Il kit della Diatech riesce a confermare se il test del sangue occulto rivela la presenza di un tumore al colon retto o meno.
Quella del gruppo Diatech può essere considerata una vera e propria rivoluzione nel settore medico, in particolare in quello oncologico. In collaborazione con l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori, è stato messo a punto un test per velocizzare una corretta diagnosi del tumore al colon-retto. La novità, andrà ad oscurare e porre in disuso la colonscopia, un esame invasivo e poco piacevole che ha lo scopo di diagnosticare masse tumorali in quel tratto delicato.
La nuova tecnologia, invece, consentirà di comprendere se sono presenti eventuali masse tumorali attraverso il tipo di DNA della cellula controllata, estratta dalla mucosa del colon. L’innovazione avrà un forte impatto economico, visto che dovrebbe costare anche meno della metà della colonscopia: si parla infatti di 40 euro a controllo invece che i 150 della colonscopia. Questa novità è qualcosa di estremamente positivo per la sanità nazionale, poichè molti cittadini si esimono dall’effettuare controlli periodici proprio per non doversi sottoporre a quest’esame decisamente invasivo, seppur attendibile. Il test viene effettuato grazie ai dati raccolti nell’esame occulto delle feci, che consente di comprendere i pazienti con le maggiori possibilità di contrarre una lesione al colon.
Con la ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT), spesso si va incontro a risultati falsamente positivi, che richiedono il ricorso a successive indagini endoscopiche invasive e costose’, rivela Daniele Calistri – Responsabile U.O. Diagnostica – che ha però precisato come i loro studi hanno invece dimostrato che ‘la quantità dei frammenti di DNA di lunghe dimensioni nelle feci è significativamente più elevata nei pazienti con tumore del colon-retto’. Si tratta di dunque di un’innovazione decisamente rilevante ai fini della corretta profilassi di neoplasie. Il nuovo macchinario è già quasi pronto per essere utilizzato in alcuni centri all’estero, mentre in Italia si dovrà aspettare ancora un bel po’, almeno finchè non si troverà un partner che finanzierà il progetto.
Photo Credits Instagram