Una donna sta portando avanti (con scarsi risultati, finora) una battaglia legale per vedere quella che in teoria sarebbe sua figlia. Il condizionale è d’obbligo visto che la questione è molto più complessa di una semplice e naturale maternità. La donna, protagonista del video in apertura, è una mamma surrogata che ha prestato il proprio utero per permettere ad una coppia gay di avere una figlia. In cambio aveva ricevuto 8000 euro e la promessa di vedere la bambina ogni volta che lo desiderava, proprio come una perfetta famiglia arcobaleno allargata. La sua denuncia tuttavia descrive una situazione ben diversa: la bambina ha ormai 8 anni e lei non la vede da quando ne aveva 1 e mezzo. Per questo motivo ha deciso di alzare la voce, denunciare, raccontare come sono andati i fatti e lottare per quello che ritiene un proprio diritto. Si sente sfruttata poiché è stata considerata solamente come una donna che ha venduto del materiale biologico. Voi cosa ne pensate? In una zona tutta nuova del diritto, chi ha ragione e chi probabilmente ha commesso l’errore più grande?
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