Mangiare troppe uova può fare male, mangiarne poche può essere un errore: per capire come comportarsi vale la pena ascoltare i consigli del nutrizionista e attenersi alle regole.
Le uova vengono sempre considerate un cibo borderline, a metà tra alimento fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo e alimento responsabile dell’aumento del colesterolo nel sangue. In realtà gli studi più recenti tendono a screditare quest’ultimo timore: non sembra ci siano correlazioni tra il consumo di uova e l’aumento del rischio d’infarto o di ictus. Al contrario, le uova si sono rivelate un ottimo cibo per proteggere l’insorgere di problemi cardiovascolari. Resta però una domanda ad attanagliare i consumatori italiani: quante uova si possono (e devono) consumare a settimana per prenderne tutti i lati positivi senza esagerare?
Le uova infatti sono fondamentali per l’equilibrio dell’organismo ma, proprio come tutti i cibi, vanno assunte nelle giuste quantità e cucinate nel modo giusto (è ovvio che un uovo sodo o alla coque non è uguale ad un uovo fritto). Gli esperti concordano nel dire che 4-5 uova a settimana rappresentano un tetto giusto cui attenersi, numero che ovviamente può variare anche a seconda dell’età e delle abitudini dell’individuo. L’importante è non demonizzare l’uovo: è vero che esso contiene colesterolo, ma non si tratta di colesterolo cattivo che ne fa aumentare i livelli nel sangue.
I nutrizionisti confermano che l’uovo è ricco di nutrienti essenziali in entrambe le sue componenti. Nel tuorlo sono presenti luteina e zeaxantina, due carotenoidi ottimi per prevenire la degenerazione maculare, la colina e la lecitina, entrambe indispensabili per alcuni processi fisiologici nonché per la salute di cervello, cuore e fegato, infine vitamine (A, D,K, E e gruppo B), sali minerali (ferro, zinco, fosforo, calcio e selenio) e acidi grassi essenziali (sia mono che polinsaturi). L’albume è invece ricco di proteine. In un uovo ci sono circa 60-80 calorie, va consumato entro 28 giorni dalla sua deposizione e affinché sia più digeribile e non perda le proprietà nutritive è consigliato cuocerlo solamente il tempo necessario, senza indugiare oltre.
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