In rete ha cominciato a circolare una fake-news sull’ipoteica morte di Nadia Toffa: la notizia è falsa e la conduttrice, oltre ad essere viva e vegeta, è tornata a parlare del suo lavoro dopo qualche settimana di silenzio.
Nadia Toffa è restata in silenzio per qualche settimana a causa del tumore che sta combattendo e questo ha portato alla diffusione di una fake news di cattivo gusto. Alcuni siti hanno riportato la notizia della sua morte, con un italiano stentato e ricco di errori (la foto in fondo all’articolo ne riporta l’incipit), affermando che la nota giornalista e conduttrice de Le Iene si sarebbe spenta a 38 anni dopo “una lunga malattia”. Per fortuna non c’è niente di fondato nella notizia, prontamente smentita anche dalla diretta interessata: “Ragazzi, incredibile! Questa sì che è una notizia! Instagram funziona anche dall’al di là”, ha ironizzato la conduttrice fotografando un bel paio di corna.
I fan della Toffa hanno commentato la vicenda con sollievo ma anche sdegno: sollievo nel sapere che la loro beniamina è viva e vegeta, sdegno nel constatare quanto il web possa essere crudele e senza scrupoli. Per fortuna la diretta interessata è tornata a parlare del suo lavoro dopo qualche settimana di silenzio e lo ha fatto in una lieta occasione: la consegna di un premio giornalistico. La Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, infatti, le ha conferito un riconoscimento per un reportage firmato insieme a Marco Fubini.
“Il pensiero va a tutti quei bambini che sono costretti a subire abusi e che non hanno nemmeno la forza di gridare aiuto, e sono ancora tanti, troppi che hanno bisogno di essere salvati, e ogni violenza che subiscono è un pugno nello stomaco a tutti noi”, ha dichiarato. La Toffa ha poi aggiunto che “l’inchiesta sul giro di prostituzione minorile vicino allo stadio San Nicola di Bari è una di quelle inchieste che ti scuote l’anima. Sei sbattuto senza filtri di fronte alla peggiore miseria umana. Eravamo partiti con l’obiettivo di porre fine a questo schifo. In passato ci siamo già occuparti di inchieste simili, ma fatti di questa gravità eravamo abituati a vederli in posti lontani da noi, paesi in via di sviluppo dove purtroppo la tratta dei bambini è quasi alla luce del sole”. Una bella soddisfazione, che per fortuna contrasta di gran lunga rispetto alla fake news del suo decesso.
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