Salute

Merkeloma, raro tumore della pelle diventa più diffuso: perché, rischi

Il merkeloma è un raro tumore della pelle che sta preoccupando proprio per l’aumento della sua diffusione: le cause e le conseguenze del pericoloso trend.

Il Merkeloma, detto anche carcinoma a cellule di Merkel, è un raro tumore della pelle che colpisce un sottogruppo di cellule neuroendocrine cutanee, ovvero le cellule di Merkel (da qui il nome del tumore). Solitamente il campanello d’allarme è la comparsa di piccole lesioni su testa e collo, dei piccoli noduli color carne o sul rosso-blu. La loro consistenza è dura, lucida, e non provoca alcun dolore. Il principale fattore di rischio è l’infezione da poliomavirus a cellule di Merkel. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 240 nuovi casi, il che fa raggiungere al merkeloma l’1 per cento dei tumori maligni cutanei.

Un numero esiguo, che per fortuna rende il merkeloma una patologia poco comune. A far scattare l’allarme, tuttavia, è proprio il fatto che stia diventando molto meno raro. Cifre alla mano, parlando da un punto di vista epidemiologico, si sta assistendo ad un trend crescente. Ancora può essere catalogato tra i tumori rari, con un impatto sui costi estremamente basso, tuttavia gli addetti ai lavori valutano necessaria una presa di coscienza e un’analisi più approfondita sulle cause e sulle conseguenze del fenomeno.

Federico Spandonaro, professore aggregato presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata e presidente di Crea Sanità, ne ha parlato in occasione del convegno ‘Immuno-Oncologia: partiamo dai tumori rari, il punto sul Merkeloma’. L’esperto ha collegato il fenomeno all’invecchiamento della popolazione e ha affermato che la “crescita dei casi è dovuta al fatto che l’incidenza è fortemente legata al crescere dell’età e che si assiste a un rapido invecchiamento della popolazione”. “Si determina inoltre un’inversione del rapporto fra i sessi, con una crescente incidenza fra le donne“, ha precisato. Quanto alle cure, occorre fare molta attenzione alle diagnosi (non sempre facili e immediate) e sperare che i percorsi diagnostico-terapeutici vengano migliorati anche a livello regionale per garantire la dovuta facilità nella presa in carico dei pazienti.

LEGGI ANCHE: TUMORI AI GENITALI MASCHILI, SCATTA L’ALLARME: CI SI SALVA CON PREVENZIONE, IGIENE E VACCINO

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