Cristina Chirichella ha solo 24 anni ma è senza dubbio una delle giocatrici più forti della Nazionale femminile di pallavolo. Ruolo centrale, altezza 1,95 m, con la maglia dell’Igor Novara ha già vinto la Supercoppa a novembre e la Coppa Italia a febbraio. Campionessa italiana in carica, per lo scudetto 2017/2018 è in finale e deve contendersi il titolo con Conegliano. Il ct Mazzanti l’ha scelta come capitana della nazionale e in maglia azzurra – che veste ormai dal 2011 – ha tutta l’intenzione di volersi togliere le sue soddisfazioni. A VelvetBody ha raccontato degli inizi nel volley, dei sacrifici che bisogna essere pronte a fare con alimentazione e allenamento ma sopratutto ha parlato di Cristina dentro e fuori il rettangolo di gioco.
Ho letto in una tua intervista che all’inizio non eri così innamorata della pallavolo. Quand’è scoccata la scintilla?
Sì, dal Club Italia ho cominciato ad avere un approccio diverso con la pallavolo. A Napoli era davvero solo un divertimento con le amiche ma a Roma è diventato qualcosa di più impegnativo. Occupava più tempo e ho capito che poteva essere qualcosa di importante per la mia vita. È stato un innamoramento graduale, non netto.
Riesci ancora a vedere la pallavolo come un gioco oppure è diventato più un lavoro?
È ancora un gioco, mi diverto molto con la pallavolo! Probabilmente sennò lo non farei, non ci riuscirei allo stesso modo. Però al tempo stesso so che è parte integrante della mia vita e che è anche un lavoro.
Che rapporto hai con il tuo corpo e con la tua altezza?
Adesso bene, mi sento a mio agio. Non mi crea difficoltà, da piccola però il discorso era molto diverso. Sin dalle elementari sono sempre stata la più alta, tutti mi guardavano come la vatussa della situazione. All’epoca ne soffrivo, poi crescendo ho capito che è un elemento importante della mia vita e del mio sport e l’ho accettato.
Da brava napoletana hai sempre dichiarato amore alla pizza. Durante la stagione devi seguire una dieta o puoi sgarrare?
Sì, posso sgarrare. Ovviamente mi devo tenere in forma quindi cerco di farlo il meno possibile. Noi atlete siamo seguite da una nutrizionista della società ma è tutto molto facoltativo. Chi ha un’alimentazione corretta può regolarsi da sola, così spesso ci autogestiamo e prima di tutto cerchiamo di non mangiare le cose più grasse del mondo.
Cosa scegli se vuoi concederti un piccolo premio? È ancora la pizza?
Sì, è ancora la pizza! Oppure mi concedo un bel fritto misto. Mi piace la cucina ad amo mangiare, così ogni tanto metto da parte la dieta.
Che tipo di allenamento ti permette di raggiungere i migliori risultati?
Credo siano fondamentali i pesi per la prevenzione dei dolori alle articolazioni, visto che saltiamo tantissimo tutti i giorni. Mi trovo bene combinando sala pesa e palestra nella giusta proporzione, mi permette di tenere bene i ritmi. Poi dipende anche dai periodi della stagione: in alcuni si lavora di più, in altri si gioca. C’è il momento in cui è bene scaricare, anche per trovare la concentrazione necessaria per la partita.
Questo momento della stagione è di vitale importanza: come lo affronti fisicamente?
È un periodo importante che richiede tante energie. Bisogna riposarsi bene e convogliare tutte le forze. Prima della finale scudetto abbiamo avuto una settimana di stop perché abbiamo finito prima le semifinali. Vincere subito dopo 3 gare ci ha permesso di avere più tempo per respirare e per ricaricarci, così ci siamo preparate per la parte finale della stagione. Un attimo tranquillo fa sempre bene, poi serve giocare per trovare il ritmo della partita e l’allenamento per perfezionare ogni dettaglio.
E mentalmente?
Gestisco abbastanza bene sia lo stress che la tensione. Di solito cerco di restare il più tranquilla possibile senza pensare se è una finale o qualcos’altro. Durante il riscaldamento comincio a focalizzarmi su quello che devo fare, sullo studio fatto per la singola gara. Questo graduale avvicinamento mi rende più tranquilla, non pensarci con troppo anticipo mi aiuta.
Ormai gli atleti vivono un legame particolare con i social, i fan e gli sponsor. Come vivi questo aspetto della tua professione?
Mi piace, amo i social. Al tempo stesso però sono anche una persona molto riservata e non mi piace far sapere a tutti quello che faccio. Mi rendo conto però che condividere qualcosa di sé aiuta a livello di visibilità. Sotto questo punto di vista la situazione per noi atleti sta migliorando, i social però sono un elemento fondamentale per farsi conoscere e far sì che le persone ti seguano. Personalmente condivido il minimo indispensabile, ciò che si può insomma.
Un’ultima domanda: sei giovane ma sei già diventata il capitano della nazionale, come stai vivendo un incarico così prestigioso?
Ricordo l’emozione provata quando me lo dissero. In realtà non avevo ben realizzato, anche perché avevo appena vinto lo scudetto ed ero già contenta. Mi sono sentita scombussolata, era un onore così grande. È vero, sono ancora giovane e non ho molta esperienza, così le mie compagne mi aiutano e mi danno consigli su come gestire quest’importante responsabilità. Sto imparando.
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