Il bistrot milanese di Carlo Cracco, situato in pieno centro nella Galleria Vittorio Emanuele, non finisce di suscitare polemiche: dopo la pizza margherita la contestazione tocca la classica cotoletta.
Carlo Cracco continua ad avere poca pace nella sua apertura milanese, nel cuore della città. Il suo bistrot è centralissimo, nella Galleria Vittorio Emanuele, ed ha alcune caratteristiche che hanno affascinato gli habitué della movida lombarda: location esclusiva, cibo di qualità e prezzi abbordabili. Proprio quest’ultimo elemento, tuttavia, ha suscitato non poco clamore: i prezzi sono davvero commisurati a quelli di un bistrot o tendono comunque a quelli del ristorante stellato? La prima polemica aveva investito la pizza margherita, un vanto della cucina partenopea. Cracco l’ha proposta con qualche variante: cereali nell’impasto per renderla più croccante, pomodori confit e San Marzano come condimento accanto a mozzarella di bufala e semi di basilico.
Se le modiche già da sole avevano fatto storcere la bocca ai tradizionalisti, il colpo di grazia era stato dato dal prezzo: 16 euro sono sembrati troppi per una pizza che in qualsiasi altro posto costerebbe meno della metà. A nulla sono servite le difese dello chef Bruno Barbieri e di Gino Sorbillo, celebre pizzaiolo napoletano: se loro hanno spezzato una lancia in favore della creatività di Cracco, i clienti del bistrot non sono stati dello stesso avviso. Volendo scegliere qualcos’altro sul menù, tuttavia, non è andata meglio. Una nuova polemica ha investito un altro grande classico della cucina italiana: la cotoletta alla milanese.
La cotoletta di Cracco segue le regole alla lettera, che la vogliono di vitello, rigorosamente con l’osso e impanata con cura. È ancora il prezzo, tuttavia a convincere poso: non tutti hanno digerito i 26 euro spesi per una cotoletta. I commenti del web sono stati freddi: c’è chi ricorda che il bistrot non dovrebbe costare quanto il ristorante dello chef, altri non trovano un rapporto qualità-prezzo adeguato, altri ancora semplicemente non sono convinti che quella cotoletta valga davvero 26 euro. Insomma, la location e il nome di Cracco non basterebbero a giustificare un conto che sale decisamente in fretta.
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