I bambini soffrono sempre più frequentemente di allergie alimentari e sono stati identificati 4 elementi che aumentano il rischio: quali sono e come difendere i propri piccoli.
Per i genitori non mancano preoccupazioni vecchi e nuove, soprattutto quando si hanno dei bambini piccoli in casa. Dati recenti hanno evidenziato un vero e proprio boom di allergie alimentari, con un’impicchiata di nuovi casi ogni anno. La buona notizia – se così può essere definita – è che sono stati identificati 4 fattori di rischio da tenere sotto controllo poiché predispongono i piccoli al futuro sviluppo di queste allergie alimentari. Per la precisione si tratta delle salviette profumate, della polvere, del contatto della pelle con allergeni alimentari e della predisposizione genetica.
Sarebbero proprio questi 4 fattori, a quanto pare, a contribuire alla comparsa delle allergie più comuni, diffuse in Italia e anche nel resto del mondo. In merito ovviamente sono state offerte spiegazioni più specifiche: nel caso delle salviette profumate, la colpa va ricercata negli agenti in esse presenti che, rimanendo sulla cute, indeboliscono la barriera lipidica della pelle dei neonati. L’esposizione a sostanze allergeniche, miste a fattori genetici, provocano quel boom di allergie alimentari che si è riversata negli ultimi tempi sugli ultimi nati. Tale mix è stato definito “la tempesta perfetta” dalla prof.ssa Joan Cook-Mills della Scuola di Medicina Feinberg della Northwestern University.
Tra i sintomi allergici che si presentano con maggior frequenza ci sono il prurito, il gonfiore della lingua, il vomito e l’orticaria, tuttavia si può arrivare anche a problemi respiratori e della pressione sanguigna. A volte, ma solo nei casi più gravi, si rischia addirittura la morte. In caso di anafilassi è necessario affrontare l’allergia recandosi al pronto soccorso, dove verranno utilizzati farmaci a base di cortisone per arginare il gonfiore alle vie respiratorie. Considerando che si parla di circa mezzo milione di bambini allergici, è bene ricordarsi di fare attenzione ai fattori scatenanti e soprattutto alle successive reazioni del piccolo in seguito all’assunzione del cibo. Meglio evitare spiacevoli sorprese.
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