Giulio ha raccontato la sua storia di cavia umana: partecipa alle sperimentazioni di alcuni farmaci e in cambio riceve una paga di 10 euro ogni ora.
Dal 2009 Giulio Zampini è un volontario del Centro Ricerche Cliniche di Verona. Di giorno lavora come personal trainer, la sera come cameriere e di tanto in tanto fa la cavia umana per circa 10 euro l’ora. Intervistato da corriere.it, Giulio ha parlato di questa sua particolare occupazione che gli permette di guadagnare qualcosa rendendo al tempo stesso un servizio alla scienza. Inutile dire che occorre un certo rigore per essere una “cavia” affidabile: le regole infatti non mancano: “Entri la sera prima, intorno alle 21, fai le analisi del sangue, urine e alcol test. La mattina dopo ti svegli alle 7, elettrocardiogramma, prelievo del sangue e assunzione del farmaco”. Insomma, una giornata decisamente impegnativa.
“Devi stare a letto e fare prelievi a scalare, ogni 5 minuti, ogni 10, ogni mezzora, ogni ora, fino a dopo pranzo, quando i prelievi cadono ogni 3 ore e ti puoi muovere liberamente dentro la struttura”, ha detto. Il processo si conclude solamente nei giorni seguenti: nella seconda e terza giornata bisogna restare ancora a disposizione sebbene ci siano prelievi ogni 6 ore e di conseguenza anche più libertà di movimento all’interno della struttura. Una delle poche regole, oltre a quella di rendersi reperibili, riguarda però l’alimentazione: non si deve consumare alcuno spuntino poiché così facendo si falserebbe la ricerca è falsata.
I test cui si sottopone Giulio sono di farmaco-cinetica e intendono studiare l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’escrezione del farmaco. Non essendo affetto da alcuna patologia, la “cavia” non può partecipare a nessuno studio in cui si vuol vedere se un farmaco funziona. Il giovane sembra fiero della propria professione e ha assicurato che 10 euro l’ora non sono poi così poche: tra un test e l’altro devono passare 6 mesi ma ogni volta incassa 500-700 euro. La domanda che tutti gli pongono (o vorrebbero farlo) riguarda proprio gli effetti collaterali: cosa si è trovato ad affrontare Giulio? Il diretto interessato ha minimizzato ancora una volta confessando di aver sofferto solo una volta: stava provando un farmaco miorilassante già in commercio e di ha avvertito una forte sonnolenza. Poco male, visto che per amore della scienza e per guadagno Mario ha tutta l’intenzione di proseguire su questa strada…
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