Da sempre il sesso è l’argomento centrale delle discussioni, soprattutto in relazione alla felicità. La nostra domanda è: quanto conta il sesso in una relazione? Contribuisce alla felicità della coppia?
Per rispondere a queste ed altre domande, sono state condotte numerose ricerche e studi negli anni. C’è sempre stata la convinzione che, senza rapporti sessuali i matrimoni falliscano, e con, invece, trionfino. La nostra è una società che ruota intorno al sesso, e soprattutto oggi è cambiato il concetto; infatti, prende sempre più piede la differenza tra single e coppia, tra sesso e amore. Questi concetti, una volta inseparabili, oggi viaggiano su parallele opposte. Ci si è spesso chiesti se il sesso porti alla felicità, e se quindi una sua maggiore attività, sotto le lenzuola, faccia vivere la vita con più serenità.
Secondo la rivista scientifica Social Psychological and Personality Science, un gruppo di ricercatori ha analizzato, dopo tre interviste che hanno coinvolto oltre 30.000 persone, la correlazione tra i rapporti sessuali e la felicità. Si è scoperto come questa correlazione riguardi solo le coppie. Secondo altre ricerche, si sono divise le persone in due categorie: i sesso-determinati e i sesso-dinamici. I primi pensano che il sesso sia fondamentale, e che sia all’origine del fallimento o del successo di una relazione. Se il sesso è ottimo, questo significa serenità e felicità, se invece è scarso questo porta all‘insoddisfazione e all’infelicità. I secondi, invece, sostengono che il sesso sia un punto importante, ma non così essenziale da determinare il tasso di felicità nella coppia, in quanto, sono presenti altre ragioni che conducono alla serenità. Per quanto riguarda i single, invece, la frequenza dei loro rapporti sessuali non è determinante.
In conclusione, si può dire solamente che il sesso sia una parte fondamentale del rapporto, ma la presenza in maggiore o minore quantità è determinata da vari fattori quali: l’intesa, i gusti, il tempo, le compatibilità caratteriali, l’aspetto fisico e l‘età. Infatti, per quanto riguarda l’età, a venti o trent’anni la frequenza probabilmente sarà molto alta, arrivati i sessanta potrebbe, inevitabilmente, calare. Conoscersi e conoscere l’altro è un lavoro che non finisce mai, e questo concetto vale anche per la sessualità; bisogna, infatti, imparare ad ascoltare e capire l’altra persona.
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