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Millenials e contraccezione: ne sanno meno delle loro madri

Le ragazze tra i 21 e i 29 anni sono più disinformate delle loro mamme in merito alla contraccezione: una ricerca condotta da Bayer fa scattare l’allarme.

La contraccezione è sempre stato un argomento a metà tra il tabù e la disinformazione, due caratteristiche che si allontanano da ciò che invece sarebbe più auspicabile. Al giorno d’oggi non mancano le opportunità per informarsi eppure le cosiddette Millenials ne sanno addirittura meno delle loro mamme, le quali a loro discolpa possono menzionare pregiudizi e una minore facilità di accesso alle conoscenze. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha stimato che il 41 per cento delle gravidanze annue non era voluta, di cui l’11 per cento riguarda ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Considerando che parliamo di circa 208 milioni di nascite, il conto di quella “impreviste” è davvero vertiginoso.

Una ricerca internazionale portata avanti da Bayer in 9 Paesi ha voluto fare un bilancio relativo all’approccio a sessualità e contraccezione. Ciò che è emerso non è affatto confortante: le ragazze di età compresa tra i 21 e i 29 anni – le Millenials, appunto – affrontano la prevenzione sessuale in modo molto simile alle loro mamme, ovvero le donne che oggi hanno circa 50-65 anni e che vengono chiamate le Baby boomer. Se quest’ultime allora affermavano tranquillamente di non possedere le informazioni necessarie per intraprendere una scelta consapevole, oggi le giovanissime ne sanno addirittura di meno.

Il coito interrotto è considerato il terzo metodo contraccettivo più popolare, subito dopo preservativo e pillola. Il 70 per cento delle ragazze non conosce i contraccettivi ad azione prolungata come i Lac (sistemi intrauterini ormonali, spirali al rame, impianti sottocutanei) mentre il 50 per cento delle Baby boomer ha dimostrato di conoscere almeno la spirale. Allarmanti poi i numeri: il 57 per cento degli intervistati ha ammesso di aver avuto rapporti non protetti, oltre il 40 ha dichiarato che la ragione era semplicemente “l’assenza di un metodo di contraccezione disponibile sul momento”. Qual è la diretta conseguenza di tale lassismo? Ovviamente la contraccezione d’emergenza, moltiplicataso di 10 volte.

I motivi alla base di queste tendenze non sono convincenti: solo il 17 ne ha discusso con il proprio medico eppure le ragazze, proprio come le loro mamme qualche anno fa, riferiscono che ad influenzare la scelta del primo metodo di contraccezione è il dialogo poco proficuo con gli operatori sanitari. Sarebbero loro a non presentare in maniera esaustiva tutte le possibilità necessarie ad arrivare alla decisione più adatta alle proprie esigenze… o forse si tratta anche di superficialità e pigrizia?

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Raffaella Mazzei

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