Difficile concludere il Natale senza aver assaggiato una fetta di Panettone, quindi perché non scegliere i più buoni? Per capire qual è ci sono alcuni dettagli da notare assolutamente.
Ci sono panettoni e panettoni, ovviamente. E basta un assaggio per percepire differenze, sapori, odori, aromi. I prezzi rappresentano un primo importante campanello d’allarme: quelli che possono essere acquistati al supermercato a pochi euro presentano evidenti differenze rispetto a quelli artigianali che arrivano a 40-50 euro. Nella maggior parte dei casi una giusta via di mezzo è l’ideale ma esistono dei trucchi che spianano la strada verso il panettone perfetto.
Il panettone classico è regolamentato da un decreto che fissa le quantità minime degli ingredienti che compongono sapore e aspetto del dolce: si tratta almeno del 16 per cento di burro, 4 per cento di tuorli d’uovo, 20 per cento di uvetta e frutta candita. Il lievito deve provenire da pasta madre acida, mentre lo zucchero deve esserci purché venga dopo farina, uova e burro. L’ordine infatti è importante poiché indica in maniera decrescente le quantità impiegate nella realizzazione del prodotto. In effetti c’è chi abusa dello zucchero e il motivo è semplice: è il più economico tra gli ingredienti.
Fondamentale anche la presenza di più tuorli d’uovo, i quali garantiranno una bella pasta gialla. Stesso identico discorso per il burro. La presenza del cedro candito è un altro indicatore di qualità: è più costoso rispetto a quello d’arancia. Tutti questi elementi possono essere controllati attraverso l’analisi dell’etichetta ma per alcuni dettagli bisogna rifarsi ad un esame visivo: la lievitazione dev’essere durata almeno 2 giorni, il panettone dev’essere stato cotto bene e lasciato raffreddare con calma. Da controllare la carta a stampo che lo contiene: il panettone deve riempirla bene mentre la parte superiore dev’essere gonfia. Infine, la presenza dei conservanti: se il dolce scade nel giro di 1-2 mesi non ce ne sono, se invece si arriva a 6 non è un buon segno.
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