Un paziente particolarmente sfortunato si è visto amputare un testicolo in seguito ad un’operazione sbagliata: il diretto interessato non ha potuto far altro che denunciare l’inefficace ospedale.
Un ragazzo di 33 anni si è reso protagonista, suo malgrado, di un episodio di malasanità in una struttura privata di Palermo. Il giovane si era sottoposto ad un’operazione presso la Casa di Cura Torina in seguito alla diagnosi di varicocele idiopatico sinistro. “Mi hanno prescritto l’esame seminologico e l’ecografia scrotale, che ho effettuato pochi giorni dopo. Una volta ottenuti i risultati mi è stato consigliato un intervento di legatura delle vene spermatiche di sinistra”, ha raccontato il diretto interessato. Tutto sembrava essere andato per il meglio: “Sono entrato in sala operatoria alle 9.35 e l’intervento è terminato alle 10. Un’ora dopo mi stavano già dimettendo”, conclude.
Dopo l’intervento è cominciato il vero calvario: nelle 24 ore successive il ragazzo non è riuscito a urinare ed ha dovuto assumere quantità ingenti di antidolorifico per un totale di 280 euro in pochi giorni. Il testicolo si era gonfiato e il malessere ha portato anche episodi di vomito. Ancor prima che arrivasse il giorno della tanto attesa visita di controllo, a 12 giorni di distanza dal primo intervento, il paziente ha dovuto chiamare un’ambulanza per andare di corsa in ospedale. Lì è stato presentato come un codice giallo e, ancor più preoccupante, il medico ha cominciato a dire “È morto, è morto. Subito ecodopler e intervento d’urgenza”.
I medici di Villa Sofia che l’avevano accolto per i dovuti accertamenti hanno riscontrato l’assenza di segnale di didimo da sinistra e hanno dovuto sottoporlo ad un nuovo intervento chirurgico di scrotomia esplorativa. Nel corso dell’operazione è arrivata la tragica scoperta: il testicolo era necrotico e quindi era necessaria l’asportazione. Inutile dire che il giovane non ha preso bene la notizia. “Non dormo più, sono nervoso e depresso”, ha dichiarato.
Ad infastidirlo è stata anche la mancanza di interesse dei medici che avevano eseguito la prima operazione, la quale con ogni probabilità ha innescato le complicazioni che hanno portato alla perdita del testicolo. Il paziente ha deciso di denunciare la Casa di Cura Torina ma la struttura ha respinto ogni accusa dicendo che la situazione era già compromessa prima dell’operazione da loro effettuata e che purtroppo non esistono interventi di routine. Al contrario, avrebbero preferito essere contattati dai colleghi di Villa Sofia. La legge stabilirà competenze e responsabilità, nel frattempo al povero trentatreenne rimasto sterile e menomato va diretta tutta la solidarietà e l’incoraggiamento.
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