La mamma ha un tumore ovarico ma è incinta di due gemelli: loro restano abbracciati nel ventre finché una delicata operazione riesce ad intervenire in loro favore. La foto ha commosso tutti.
Una foto che ha commosso tutti: due gemellini abbracciati nel ventre della mamma, affetta da tumore ovarico e ovaio in torsione. Sarebbero morti senza l’intervento della medicina, ma ovviamente serviva molto più della normale routine. Le mani esperte del professor Ciro Petrone, direttore dell’Unità endoscopica ginecologica della clinica Sanatrix di Napoli, si sono dimostrate all’altezza della situazione. Insieme al suo team, Petrone ha portato a termine con successo un delicato intervento di laparoscopia con tecnologia di visione 3D di ultima generazione, salvando la vita ai due bambini e alla loro mamma.
Il problema della mamma era decisamente grave e si sarebbe potuto rivelare letale. Non c’è nessun precedente da citare: la donna di Napoli è la prima affetta da tumore ovarico (e dalle altre complicazioni sopracitate) con gravidanza gemellare a sottoporsi ad un intervento del genere. La paziente ha subìto l’asportazione di un’ovaia e di una tromba di falloppio ma ora sta bene e può continuare la sua gravidanza. Anche i piccoli stanno bene e hanno la possibilità di restare nella pancia della mamma fino allo scadere dei 9 mesi. La loro foto abbracciati, oltre a commuovere, ha fatto circolare la notizia della complessa operazione.
La pagina Facebook del chirurgo è stata sommersa di complimenti e congratulazione di ogni genere, benedizioni comprese. “Complimenti dottore, sono sicura che la strada sarà piena di miracoli di questo genere” ha scritto un’utente del social network che non aveva nulla a che vedere con la vicenda, mentre un’altra ha commentato: “Al medico e ai genitori dei bambini ‘Che Dio vi benedica’ a tutti quanti voi!”. Inutile dire quale sia il desiderio più grande per questa mamma speciale che ora gode di condizioni di gestazioni sicure: arrivare al giorno del parto per poter finalmente abbracciare i suoi piccoli.
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