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i-Vitae, nuovo test valuta l’infertilità e aiuta il concepimento: come funziona

i-Vitae è il nuovo test per valutare l’infertilità e aiutare il concepimento: come funziona e come sfruttarlo al meglio per rimanere incinta.

Quando si desidera una gravidanza ma, mese dopo mese, l’obiettivo non viene centrato, ciò che interessa sapere agli aspiranti genitori è facilmente intuibile: cosa c’è che non va? Spesso la risposta è celata ma risiede nel sistema immunitario. Si parla in quel caso di infertilità inspiegata, dovuta cioè a un sistema immunitario compromesso. I numeri sono imponenti: è questo il motivo responsabile di più del 40 per cento delle gravidanze mancate e dei potenziali aborti. Tra contraccolpo morale e infiniti trattamenti fisici cui si sottopongono molte donne, passare queste fasi non è certamente auspicabile.

Il test diagnostico Immunox di i-Vitae, una startup italiana che opera nel settore della medicina della riproduzione, intende valutare proprio l’infertilità e la subfertilità inspiegata. Il suo lavoro è stato già pubblicato dalla rivista scientifica Minerva Ginecologica e ha ottenuto molti riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale. Per sottoporsi al test occorre solamente effettuare un prelievo di sangue: entro 10 giorni si può sapere se il proprio sistema immunitario sarebbe in grado di supportare o meno una gravidanza. Nel 2016 il test è stato inserito all’interno di uno studio clinico e si è dimostrato affidabile: a quanto pare le donne che risultano positive hanno solo il 2,9 per cento di probabilità di concepire, per quelle negative al test si sale al 36,6.

Alessandro Scozzesi, amministratore delegato di i-Vitae, ha spiegato che “il test può essere un vero e proprio screening per coloro che intendono concepire, anche seguendo un approccio naturale. Ma soprattutto è utile a capire la probabilità di successo del concepimento e della gravidanza. […] Il test rileva e misura quantitativamente 4 biomarcatori specifici: Tumor Necrosis Factor Alpha TNF Alpha, glicodelina (GLY), tos (Total Oxidative Status) e catf (Complement Activity Toxic Factor)”. I primi 3 biomarcatori erano già presenti nella letteratura scientifica, il quarto è stato scoperto dalla startup. Per il momento il test può essere eseguito solo nella provincia di Varese ma l’obiettivo dell’azienda, ovviamente, è di estenderlo in tutt’Italia. “Il nostro interesse è che le donne possano avere una vita fertile sana e serena”, ha concluso Scozzesi.

LEGGI ANCHE: INFERTILITÀ: DAI GAMETI DELLA PELLE NUOVE SPERANZE PER LE COPPIE SENZA FIGLI

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