Una pillola che riduce l’insulina e migliora i parametri nei malati di diabete di tipo 1: il nuovo farmaco, testato anche in Italia, ha buone prospettive.
In occasione del congresso europeo Easd, la Società europea per la cura del diabete ha riunito oltre 15 mila dietologi provenienti da tutto il mondo ed ha affrontato diverse tematiche tra cui ovviamente le nuove frontiere della medicina. C’è stato modo, quindi, di parlare di un recente studio volto a testare gli effetti pratici di Sotaglifozin, un innovativo farmaco finora testato solo per il diabete di tipo 2, in grado di migliorare diversi parametri anche nel quadro clinico dei malati di diabete di tipo 1. Il farmaco è stato somministrato a 1402 pazienti in trattamento con l’insulina in 19 paesi diversi – tra cui rientra l’Italia – e i promettenti risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Il centro italiano scelto per partecipare allo studio è stato il campus biomedico di Roma. Il dottor Paolo Pozzilli ha potuto seguire il progetto ed ha raccontato che “il farmaco, che è una pillola che si somministra per via orale a colazione, è riuscita ad abbassare la glicemia e l’emoglobina glicata di quasi un punto“. In termini pratici ciò si traduce in una diminuzione della dose di insulina con i boli pari al 30 per cento, portando ad una conseguente diminuzione delle possibili complicanze nel lungo periodo. Non meno importante, si possono raccogliere buoni risultati anche nel breve: destinati a diminuire anche gli sbalzi di glicemia o le temute ipoglicemie.
Pozzilli ha definito il nuovo farmaco un “inibitore del riassorbimento del glucosio a livello renale. Glucosio che quindi viene eliminato con le urine. Inoltre è in grado anche di ridurre l’assorbimento a livello intestinale”. Il nuovo farmaco ha raccolto molti giudizi positivi, potrebbe entrare in commercio tra circa un anno e ridurre la mortalità nei pazienti con diabete di tipo 1. Per la prima volta, assicurano gli esperti, si avrà una compressa realmente efficace nel trattamento di questa malattia. I dati scientifici sono stati definiti “stimolanti”. Ovviamente i pazienti dovranno continuare a prendere l’insulina e il Sotaglifozin rappresenterà un’aggiunta volta semplicemente a migliorare la loro condizione ed evitare rischi quali la pericolosa chetoacidosi.
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