Nonostante le raccomandazioni della Autorità le uova infette sono arrivate anche in Italia: dopo la conferma, due campioni trovati positivi al Fipronil e allevatori italiani a rischio denuncia.
Dopo l’allarme Fipronil scattato in Belgio e Olanda – ma poi sbarcato anche in Francia e Germania – era solo questione di tempo prima che l’Italia trovasse il proprio posto nella vicenda. E in effetti così è stato: il Bel Paese è comparso nella lista dei paesi coinvolti. Il Ministero della Salute aveva rassicurato i cittadini affermando che di fatto in Italia non c’erano uova infette poiché quelle a rischio non erano mai state messe in commercio. A distanza di qualche settimana la notizia dev’essere in parte smentita: dopo analisi approfondite sono stati trovati 2 campioni positivi.
Di positivo ci sono le “quantità”, visto che si tratta solamente di 2 campioni su un totale di 114 analizzati dagli Istituti zooprofilattici. Sotto la lente d’ingrandimento sono passate sia le uova che i derivati e i prodotti che le contengono. Lo scenario risulta meno preoccupante di quello delineatosi in Francia e Germania (dov’è guerra di cifre tra chi vuole scongiurare la psicosi e chi cerca la sincerità): le uova infette sono arrivate in Italia ma non in pompa magna. Ovviamente non bisogna mollare la presa, tant’è che il Ministero ha assicurato che verranno fatte le conseguenti segnalazioni alle Regioni e alle Asl competenti.
Finora sono stati effettuati 42 campionamenti dai carabinieri del Nas su prodotti contenenti uova o derivati: questi sono stati prelevati nei negozi e nei supermercati come disposto dal Ministero della Salute in persone; in aggiunta le Regioni hanno programmato altri 181 campionamenti e 60 sono stati realizzati da Uffici periferici del Ministero della Salute. La segnalazione effettuata da un’azienda di distribuzione emiliana era fondata e questo ha fatto partire i controlli più stretti in quell’area e nelle altre circostani. Resta da capire la fonte di contaminazione di quei 2 campioni, i quali dovrebbero essere sempre dei derivati (ovvero né uova intere né prodotti finiti).
Le attività di controllo sono proseguite a ritmo sostenuto e hanno dato esito positivo a Viterbo e Ancona: lì sono state sequestrate in totale 60mila uova per consumo umano, 32mila per alimentazione zootecnica, 3 capannoni per allevamento con 27mila galline ovaiole e un centro di imballaggio uova. I carabinieri dei Nas stanno valutando un’eventuale denuncia penale per i proprietari degli allevamenti, ai quali potrebbe essere notificata una denuncia amministrativa con possibile perdita di autorizzazione al commercio. L’unico dettaglio positivo, rincuorano gli esperti, è che “[il Fipronil] per essere nocivo agli umani deve essere assunto in grandi dosi, almeno 7 uova al giorno”.
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