La pianta del sapone regala dei frutti utili per detergere: le sue caratteristiche sono utili per i panni, basta mettere qualche bacca nel cestello della lavatrice e godersi una pulizai 100 per cento naturale.
L’origine della pianta del sapone è contesa tra l’India e la Cina. Questo specialissimo albero cresce in entrambi i territori e i dettagli della sua storia si perdono oltre 5000 anni fa. Sin dai tempi più antichi, infatti, gli uomini hanno avuto il problema di detergersi e pulire gli indumenti. Proprio dalla loro profonda conoscenza della natura è nata l’idea di sfruttare fino in fondo le caratteristiche del Sapindus Mukorossi, anche detto “albero del sapone”. I suoi frutti non si mangiano né posseggono particolari doti nutritive: piuttosto, aiutano ad eliminare in modo efficace diversi tipi di sporco.
Il nome Sapindus racchiude diversi tipi di alberi e arbusti ma il Sapindus Mukorossi è quello che possiede la maggior concentrazione di saponina. Merito delle sue noci, valide alleate per disinfettare e pulire. Ma non finisce qui: quelle noci si dimostrano efficaci per rinforzare il cuoio capelluto (in Oriente la pianta del sapone viene utilizzata spesso per la bellezza e la salute dei capelli), contrastare numerose tipologie di parassiti, allontanare il pericolo di malattie della pelle, attenuare le lentiggini. Non a caso fanno parte dei rimedi naturali consigliati dalla medicina Ayurverdica, dove vengono trattati come veri e propri farmaci naturali.
Prima che la pianta produca i suoi frutti deve diventare adulta e ciò implica che debba “compiere” almeno 8-9 anni. Essi hanno l’aspetto di una bacca, non profumano molto ma risultano gradevoli alla vista. La raccolta è lunga e complessa poiché i frutti crescono sulla sommità dell’albero. Per prima cosa vengono fatti cadere giù, poi presi da terra e fatti essiccare al sole. A quel punto la parte più esterna viene separata dal seme interno (utile per la semina ma con quantità di saponina molto basse): è lei a possedere le maggiori qualità! Può essere utilizzata sia intera che in polvere, ma la domanda sorge spontanea: il Sapindus pulisce davvero? La risposta che si tende a dare è a metà strada tra il sì e il no. Per capi puliti che devono solamente essere rinfrescati oppure tessuti delicati (come ad esempio la seta) è un valido alleato, in quanto pulisce senza aggredire. Basta mettere qualche frutto essiccato nel cestello della lavatrice e procedere con un lavaggio delicato. Il risultato non è particolarmente profumato (la pianta del sapone pulisce ma non odora) ma è estremamente morbido al tatto, come se si fosse utilizzato il miglior ammorbidente. Per capi macchiati o sporchi più ostinati, tuttavia, meglio affidarsi ai classici detersivi. Stesso discorso per la pulizia del corpo: meglio rimanere ai metodi più moderni.
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