In campo oncologico il fattore tempo è di vitale importanza: l’arrivo di un super-computer che scova la terapia più efficace in 10 minuti garantisce più chance.
Si chiama Watson ed è un computer ultra-tecnologico che riesce ad analizzare la situazione di un paziente oncologico in modo rapido ed estremamente efficace. Ancor più importante, arriva a suggerire la terapia più efficace in soli 10 minuti. Un medico in carne, ossa e camice avrebbe bisogno di 160 ore per arrivare alla stessa conclusione. Ad affermarlo è uno studio condotto dal New York Genome Center e pubblicato sulla rivista scientifica Genetics. Appresa la notizia, il modo migliore per sfruttarla è prendere coscienza dell’importanza della collaborazione tra uomo e macchine nella lotta al nemico comune: i tumori, soprattutto quelli più gravi.
Robert Darnell, uno degli autori principali dello studio, ha diffuso le sue conclusioni con positività affermando che “per i medici non è possibile maneggiare la valanga di dati che ci sono oggi, destinata a crescere nel futuro”. Lo scienziato ha poi ricordato che “il tempo è una variabile chiave per il paziente e le intelligenze artificiali ci offrono la possibilità di avere uno strumento completamente nuovo da utilizzare”. In effetti è proprio questo l’aspetto più positivo: la possibilità di lavorare con grandi numeri e di potersi occupare di più pazienti contemporaneamente senza cadere in alcuna perdita di tempo.
Le possibili applicazioni di Watson non mancano di certo, tant’è che il cervello creato qualche tempo fa da IBM è attualmente in uso in alcuni ospedali statunitensi e indiani. Lì, quando si parla di tumore al seno, la concordanza delle diagnosi tra medici e computer arriva al 90 per cento. Buoni risultati anche nell’oncogenomica, ovvero la scienza che studia il genoma umano allo scopo di trovare metodi efficaci nella prevenzione e nella cura dei tumori. È proprio il caso di parlare di “progresso”.
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