Spetta al Senato l’ultima parola sul decreto vaccini: la commissione si è riunita, modificandone alcuni aspetti e confermandone altri. Tutto quello che c’e da sapere.
Nel corso di una seduta notturna la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato il decreto vaccini, confermandone molti aspetti e modificandone altri. Il Governo ha posto la fiducia e lo scottante tema è così giunto in aula a Palazzo Madama nonostante le proteste dei genitori che hanno deciso di scendere in piazza nelle ultime settimane. Prima di tutto è stato approvato l’emendamento riguardante l’istituzione dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale: spetterà ad essa registrare il rapporto tra vaccini e italiani. Ok anche per l’emendamento che prevede le vaccinazioni per gli operatori sanitari, sociosanitari e scolastici: per i dettagli si attende tuttavia il parere della Commissione Bilancio.
I vaccini restano obbligatori per l’iscrizione a scuola e le modifiche più importanti restano due: la riduzione delle vaccinazioni obbligatorie passate da 12 a 10 e le sanzioni per i genitori. Per quanto riguarda il primo punto, le 10 vaccinazione che restano obbligatorie sono: polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite, rosolia, varicella. In aggiunta ce ne sono 4 “consigliate attivamente” dalle Asl: anti-menginococco B e C, anti-pneumococco e anti-rotavirus.
Sul tema dei genitori, invece, si è optato per la clemenza. Le sanzioni sono diventate più basse e non si rischia la perdita della patria potestà. Resta in piedi la possibilità, per i medici, di somministrare i vaccini direttamente in farmacia. L’11 luglio 2017 il decreto è approdato in aula per essere delineato in ogni suo singolo aspetto. L’effetto è stato quello di un depotenziamento, sebbene il ministro Lorenzin si sia espressa al riguardo in termini positivi: “L’impianto del decreto dal Senato esce cambiato, ma non depotenziato. Resta l’obbligatorietà delle vaccinazioni, restano le sanzioni e si aggiunge un richiamo attivo nei confronti dei genitori. Quindi, l’obiettivo è centrato”.
Se le multe sono molto meno severe (da 100 a 500 euro contro i 7500 proposti all’inizio), anche la parte operativa è stata toccata: 6 vaccinazioni obbligatorie in via permanente e 4 che saranno obbligatorie sino a diversa valutazione (prevista dopo almeno tre anni dall’entrata in vigore della legge). Per altre 4 profilassi scatta invece l’offerta “attiva e gratuita”. L’accesso a nidi e materne è vincolato alla vaccinazione, mentre per le scuole dell’obbligo resta la possibilità di non vaccinare rassegnandosi tuttavia a pagare la sopracitata ammenda.
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