Il tumore over 65 tra qualche anno raggiungerà la vetta del 70 per cento dei casi. Gli oncologi hanno lanciato l’allarme e spiegano il reale motivo del boom.
Il congresso dell’Associazione Americana di Oncologia (Asco) 2017 ha messo in luce una questione decisamente preoccupante: il cancro sta diventando una patologia tipica della vecchiaia e il problema rischia di scoppiare a causa dell’invecchiamento generale della popolazione mondiale. Gli esperti hanno valutato che entro il 2040 addirittura il 70 per cento dei casi di tumore riguarderà persone che hanno superato i 65 anni. Il boom deve spingere la scienza a superare il limite più rischioso, come sottolineato da Silvio Monfardini, a capo del Programma di Oncologia Geriatrica dell’Istituto Palazzolo – Fondazione Don Gnocchi di Milano. Le sue parole sono state chiare: “Molti farmaci antitumorali non vengono testati sui pazienti anziani che restano ancora troppo esclusi dalle sperimentazioni pur rappresentando la stragrande maggioranza dei malati oncologici”.
La prima necessità è quella di garantire al malato una cura e una qualità di vita dignitosa, due elementi che purtroppo non sempre possono essere constatati. Ma come mai si sta verificando questo boom di tumore over 65? Prima di tutto perché l’avanzare dell’età comporta un accumulo dei danni al dna (le quali favoriscono ovviamente la formazione di masse tumorali), senza contare che le cellule perdono la capacità di autoripararsi. È ancora Monfardini, considerato uno dei più grandi esperti di oncologia geriatrica del mondo, a precisare che “dopo i 70 anni il rischio oncologico può essere anche 40 volte più alto di quello di una persona giovane e 4 volte superiore di quello di un individuo di media età (40-59 anni)”.
Difficile stabilire una strategia per contrastare il picco di tumori in questa particolare categoria di persone. A mancare sono in primis i dati sull’efficacia e la tossicità dei farmaci anticancro nelle persone anziane. A questo si aggiunge che, col passare dei compleanni, molti malati soffrono di patologie croniche e seguono già altre terapie farmacologiche. Terzo punto, gli anziani posseggono una fragilità psico-fisica superiore a quella dei malati più giovani. Per questo motivo gli oncologi sembrano concordare sull’unica via che vale la pena intraprendere: terapie oncologiche over 65 centrate sul singolo paziente.
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