La dieta del gruppo sanguigno intende eliminare i chili di troppo e soprattutto allontanare qualche malattia. Il dott. Mozzi, in un’intervista, risponde ad alcuni dubbi sulla teoria che lui per primo ha promosso e sviluppato.
Il dottor Piero Mozzi è il massimo esperto e divulgatore della dieta del gruppo sanguigno, ovvero di quel regime alimentare che si basa sul gruppo sanguigno per la scelta degli alimenti da assumere o da evitare. Ma come funziona esattamente, quali benefici coinvolgono il corpo e in quale lasso di tempo? Intervistato da Greenme, il dott. Mozzi ha ampiamente risposto ad ogni quesito ed ha messo in chiaro per l’ennesima volta i principi di questa particolare dieta.
Il primo dubbio riguarda sicuramente il “quando” cominciare la dieta. Il dott. Mozzi ha aperto a qualsiasi persona sin dall’infanzia, facendo un esempio che più pratico non si può: “Se lei dovesse allevare un animale, cosa aspetterebbe a dargli il cibo giusto? Che sia adulto e che nel frattempo abbia rischiato di ammalarsi oppure subito appena nato?”. Più ampia, ovviamente, la risposta su “quali” benefici attendersi: secondo Mozzi la dieta del gruppo sanguigno è la medicina più rapida, semplice ed economica che si possa sperimentare.
Ecco perché è possibile trattare pressione e colesterolo alto, glicemia, mal di resta, dermatiti, dolori articolari, ansia (“Il gruppo A, ad esempio, può avere un attacco d’ansia anche solo bevendo una tazza di the nero o dopo aver mangiato un cereale con il glutine”, ha affermato il professore), depressione e persino artrite reumatoide o Alzheimer. Se alcuni elementi fanno male un po’ a tutti (quali latte, glutine e arance), altri fanno bene (merluzzo, salmone, piselli, mandorle, cicoria, noci, broccoli, carote, zucchine)
Incoraggiante sapere “quando” arrivano i primi risultati. “Non ci vuole molto tempo”, assicura Mozzi. E aggiunge: “Soprattutto le persone che hanno problemi di salute quando iniziano a modificare l’alimentazione e prendere in considerazione la possibilità di mangiare in base al gruppo sanguigno vedono dei risultati concreti. Questo è vero soprattutto per le malattie che io chiamo ‘oggettive’, ossia quelle che hanno uno strumento scientifico di valutazione dei parametri, ad esempio l’ipertensione, il colesterolo, la glicemia”. Potrebbe bastare un solo giorno, come nel caso della pressione sanguigna. Infine, Mozzi lancia un invito a provare: “La gente deve sperimentare su di sé, così da capire”.
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