Gli uomini pensano solamente al sesso? Può darsi, eppure il 30 per cento di loro lo vive come un problema. Capirne la ragione può aiutare a trovare qualche soluzione efficace.
La Società Italiana di Urologia (SIU) ha indagato un argomento che tocca la maggior parte della popolazione: il sesso. Per quanto faccia parte della normale routine delle coppie, alcuni dati lanciano un allarme inquietante: il sesso rappresenta un problema per 1 uomo su 3. Ma per quale motivo? Gli urologi hanno analizzato i dati di 81 centri per un totale di circa 10mila pazienti che vivono una vita di coppia stabile (sono sposati o convivono) e che possono più o meno essere colpiti da ipertensione, sindrome metabolica o familiarità al tumore alla prostata. Le domande, per tutti, hanno girato intorno ai problemi sessuali ed urologici.
Questi i risultati, che coinvolgono complessivamente più del 51 per cento degli italiani di età compresa tra i 25 e i 75 anni. Nella lista sono stati inseriti diversi problemi urinari, i quali sono strettamente collegati alle disfunzioni sessuali e hanno come comune denominatore la sindrome metabolica (vale a dire un gruppo di fattori di rischio che aumentano le probabilità di malattie cardiache e problemi quali il diabete o l’ictus):
Se disinformazione o cattiva informazione possono influire negativamente sulla questione – soprattutto negli under 30 – gli esperti hanno rivelato due macro-aree nelle quali andare ad indagare. Vincenzo Mirone, Segretario Generale della SIU nonché professore ordinario e direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università Federico II di Napoli, ha riassunto la questione ai minimi termini: “(le principali problematiche sessuali del maschio) sono riconducibili a due macrocategorie: i disturbi di ordine prostatico (prostatiti, ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata) e quelli della sfera sessuale, riferibili a disfunzione erettile, eiaculazione precoce e calo della libido, ciascuno con frequenza ed intensità differenti a seconda delle fasce di età, ma comunque mediamente presenti in tutta la popolazione sessualmente attiva, fino all’età avanzata”. Ma verso quale soluzione bisogna dirigersi? Prima di tutto occorre intensificare i controlli e la donna può giocare un ruolo fondamentale: la loro opera di convincimento farà accettare il problema e spingerà il soggetto a chiedere l’aiuto di uno specialista.
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