Un nuovo virus sta facendo scattare l’allarme: una zecca colpisce il cervello e si dimostra letale nel giro di pochi minuti. Tutto quello che c’è da sapere.
Virus che va, virus che viene. Quando la zanzare della Zika stava cominciando a sparire dai radar dei media, ecco comparire un’altra temibilissima minaccia per la salute delle persone. Si tratta di un virus considerato addirittura letale, che compromette la vita del malato nel 60 per cento dei casi e che si diffonde in un arco di tempo davvero brevissimo. Tutto parte da una zecca, un esserino tanto piccolo quanto insidioso. Il suo nome è Powassan e sta facendo scattare qualsiasi tipo di allarme negli Stati Uniti. Il virus infatti ha cominciato a diffondersi nel Nord Est del Paese, nella regione dei Grandi Laghi, ma il timore è che l’area interessata possa allargarsi a macchia d’olio ed arrivare poi anche in Europa.
Dal momento in cui la zecca attacca l’essere umano fino al contagio passano solamente 15 minuti. Questo la rende persino più pericolosa del Lyme, nel qual caso occorrono 24-48 ore per la trasmissione. Nella maggior parte dei casi non compaiono sintomi, in altri Powassan raggiunge il cervello provocando notevoli infiammazioni. La storia di un bambino di 5 mesi ha fatto rabbrividire: lo Jama of Internal Medicine ha riportato il suo caso, fulmineo quanto letale visto che il neonato dovrà convivere per sempre con pesanti danni neurologici.
Il fatto che l’infezione sia così silente rende difficilissima la cura. Il 15 per cento delle persone contagiate muore, mentre il numero sale a 60 se si considerano sia i decessi che le menomazioni neurologiche permanenti. Gli esperti al momento sono in allerta: molti casi potrebbero scoppiare nei prossimi tempi a causa del clima più caldo che favorisce l’aumento della popolazione delle zecche e della stagione particolarmente propizia: i contagi diventano più frequenti durante la tarda primavera, a inizio estate e a metà autunno. Tra i sintomi ci sono febbre, confusione mentale, difficoltà nel parlare, vomito e attacchi epilettici. Le cure, invece, al momento sono solamente sperimentali.
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