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Caffé e tumore alla prostata: il legame è racchiuso in 3 tazzine

Le ricerche sul caffè stavolta portano buone notizie: il rischio del tumore alla prostata diminuisce del 53 per cento consumando 3 tazzine al giorno. Tutti i dati che fanno comodo alla salute.

Molti studi evidenziano gli aspetti negativi legati al caffè eppure milioni di consumatori continuano a berlo ripetutamente e quotidianamente. Per fortuna, però, esistono anche molti studi pronti a giurare che l’amatissima bevanda nera riserva benefici profondi per il corpo. I ricercatori dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia, Molise), in collaborazione con l’istituto superiore di Sanità e l’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma, appartengono a questa seconda categoria di “difensori” ed ha pubblicato un interessante articolo sull’International Journal of Cancer.

La ricerca ha analizzato il consumo di caffè di circa 7000 persone residenti in Molise per un arco di tempo lungo 4 anni. È emerso che bere almeno 3 tazzine di caffè al giorno riduce del 53 per cento il rischio di ammalarsi di tumore alla prostata rispetto a chi non ne consuma affatto o ne beve ridottissime quantità. “Abbiamo sperimentato l’azione di estratti di caffè su cellule tumorali prostatiche coltivate in laboratorio. Sono stati testati, in particolare, estratti sia contenenti caffeina che decaffeinati. I primi, a differenza dei secondi, hanno mostrato la capacità di ridurre in modo significativo la proliferazione e la metastatizzazione delle cellule cancerose”, ha riferito l’autore principale nonché ricercatore dell’Istituto neurologico George Pounis.

A quanto pare il merito va quindi attribuito alla caffeina. Un’altra autrice del progetto, la dottoressa Licia Iacoviello del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e nutrizionale dell’IRCCS Neuromed, ha però fatto un’importante precisazione: lo studio ha riguardato la popolazione molisana e quindi i risultati positivi vanno associati al caffè italiano realizzato ad alta pressione, con una temperatura dell’acqua molto elevata e senza utilizzare filtri. Cambiare il metodo potrebbe cambiare anche gli esiti delle 3 tazzine. Motivo in più di vanto per lo stivale? Sicuramente sì, ma l’intenzione degli scienziati è quella di approfondire la questione e capire se anche ricorrere ad altre tecniche può dare gli stessi risultati.

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