Il dottore preme la pancia della sua paziente incinta e rompe il cranio alla piccola che porta in grembo. Tutta colpa di una grave malattia, ma come sta oggi la piccola?
Zoe deve aver capito sin dall’inizio che la sua vita sarebbe stata diversa da quella degli altri bambini. Durante una semplice visita di controllo dal ginecologo, il medico aveva esercitato una lieve pressione sulla pancia. Questa si era rivelata sufficiente per provocare una microfattura al cranio della piccola. Analisi più attente avevano messo in un luce una situazione piuttosto complessa: le ossa di Zoe si stavano rompendo già dentro la pancia. Il suo femore era diviso in due e molte delle costole presentavano una o più fratture. Ma come mai stava accadendo una cosa simile?
Purtroppo la diagnosi non lasciava molte speranze per il futuro della piccola, affetta da Osteogenesi Imperfetta (OI). Questa patologia colpisce un bambino ogni 15.000 e non può essere curata in alcun modo. Semplicemente, le ossa sono talmente fragili da rompersi mentre si svolge anche il più banale dei movimenti. Non a caso Zoe si è fratturata la clavicola durante il parto e, nell’arco del suo primo mese di vita, si è fratturata anche le braccia, una gamba e poi ancora il braccio destro. La patologia, nota anche come “ossa di cristallo”, è dovuta ad una profonda fragilità ossea. Se in un corpo sano esiste un equilibrio tra osteoclasti ed osteoblasti (ovvero tra le cellule incaricate rispettivamente di distruggere il tessuto osseo e quelle che invece devono ricostruirlo), nel caso dell’Osteogenesi Imperfetta sono gli osteoclasti a prendere il sopravvento.
Nella maggior parte dei casi, quindi, la vita del malato è costellata da un ricovero ospedaliero dopo l’altro e da una continua riabilitazione motoria. Per Zoe e per i suoi coraggiosi genitori, però, è arrivata una buona notizia. La piccola è affetta di Osteogenesi Imperfetta del terzo tipo, che non rappresenta per fortuna la forma più grave. Sebbene sa dispendioso e faticoso, è possibile convivere con la malattia. Su GoFoundMe la famiglia di Zoe ha raccolto fondi cospicui per avere un supporto economico e arrivare ad un importantissimo traguardo: festeggiare i 6 anni di Zoe, che riesce a sorridere nonostante la sventura e ripaga così i sacrifici di mamma e papà.
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