Nuove etichette parlanti sui prodotti lattiero – caseari: addio truffe?

Una battaglia portata avanti dalla Coldiretti è giunta finalmente a conclusione: si tratta delle etichette che riportano l’esatta origine sui prodotti lattiero-caseari, obbligatorie dal 19 aprile 2017.

La Coldiretti si è detta orgogliosa di vincere questa battaglia: dal 19 aprile 2017 ogni prodotto lattiero-caseario deve riportare la propria esatta origine per legge. Insomma, le etichette diventano davvero parlanti e permettono al consumatore di sapere cosa stanno mangiando, da dove provengono gli ingredienti e dove sono stati lavorati. Insomma, non ci sarà più alcuno spazio di manovra per eventuali truffe, o almeno questo è lo scopo col quale è partita la battaglia. Il modello delle etichette è già molto in uso in Europa e l’obiettivo è quello di proseguire con altre filiere tra cui in primis grano e pasta.

Un Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale riporta le varie diciture che devono comparire sul prodotto a partire dal 19 aprile 2017:

  • Paese di mungitura: dov’è stato munto il latte.
  • Paese di condizionamento o di trasformazione: dove è stato lavorato il latte.

Qualora il latte sia stato munto e condizionato nello stesso Paese, sull’etichetta sarà riportata la dicitura “Origine del latte: (nome del Paese)”. Insomma, lo sforzo per arrivare alla massima trasparenza è elevato. Se alcune operazioni sono avvenute in Paesi dell’Unione Europea o sul territorio di Paesi situati al di fuori dell’Unione Europea, bisognerà riportare le diciture “latte di Paesi UE”, “latte condizionato o trasformato in Paesi non UE” e così via. Soddisfatto Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, il quale ha definito il provvedimento “un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario, dove occorre proseguire nell’impegno per la trasparenza”.

Nuove etichette parlanti sui prodotti lattiero - caseari: addio truffe?

Le truffe dell’olio (trovate il link alla fine dell’articolo) o del tonno che hanno conquistato la ribalta della cronaca dovrebbero cessare definitivamente, in virtù di una chiarezza che sicuramente tutela i consumi. L’unica nota stonata dell’intera vicenda è la questione dei semafori, che arriva direttamente dalla Gran Bretagna fresca di Brexit: i prodotti hanno un bollino rosso, giallo o verde a seconda del contenuto di grassi, sali e zuccheri. Essi tuttavia si basano su parametri non veritieri (considerano i nutrienti in generale tralasciando le quantità effettivamente consumate) e penalizzano ad esempio prodotti salutari come l’olio extravergine d’oliva, premiando invece le bevande gassate senza zucchero. Insomma, un sistema fuorviante che ostacola la libera circolazione delle merci. Dopo la vittoria di Coldiretti sulle etichette, la nuova battaglia è quindi diretta ai semafori.

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