Un’oncologa italiana trapiantata in Francia ha portato a termine un test per effettuare diagnosi precoci che permetterà di individuare prima il tumore, aumentando così le guarigioni. Ecco in cosa consiste.
Non sarà più impossibile capire se il proprio sangue è pulito oppure se ci sono le tracce di un futuro tumore. La ricercatrice italiana (ma trapiantata in Francia) Patrizia Paterlini-Bréchot è riuscita a mettere a punto un test per la diagnosi precoce del tumore. Si chiama ISET (Isolamento per dimensioni delle cellule tumorali) e consiste in un normale prelievo del sangue. I medici saranno in grado di verificare se in esso esistono tracce per così dire “sospette” di cellule che non sono ancora un tumore vero e proprio ma che prima o poi sono destinate a trasformarsi in una massa.
Inutile dire che si tratta di una svolta senza precedenti in ambito oncologico visto che prima d’ora le uniche tecniche utilizzate per le prognosi erano le radiografie o le risonanze magnetiche. Entrambe, tuttavia, potevano osservare un cancro solamente quando questo si era già formato. Il test della dottoressa Paterlini-Bréchot, docente di Biologia cellulare e molecolare all’Università Paris-Descartes nonché autrice del libro “Uccidere il cancro”, consente di guadagnare tempo prezioso. La diagnosi può arrivare 4-5 anni prima e dà la certezza di poter intervenire. Nei casi di tumore al pancreas, alle ovaie, ai polmoni o al cervello questo lasso di tempo può davvero fare la differenza tra guarigione e morte.
Ciò che riesce a vedere il test sono le cellule tumorali figlie, ovvero quelle di piccole dimensioni che si staccano dalla prima cellula madre malata formatasi nel corpo. Si riscontra una sola cellula figlia per ogni millimetro di sangue: esse scorrono per anni, rinforzandosi e crescendo di dimensione. Quando raggiungono i capillari di un altro organo, attecchiscono e diventano rapidamente una massa tumorale. Il test del sangue dà una certezza scientifica ed istologica: permette di capire se ci sono, da quale organo sono partite e ovviamente di operare. Basterà tenere sotto osservazione la cellula ed estirpare il tumore maligno con una chirurgia poco invasiva, non appena questo avrà cominciato a rivelarsi.
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