Uno scherzo di cattivo gusto è finito in tragedia: gli hanno fatto credere che la fidanzata fosse morta e un undicenne ha voluto suicidarsi, non sapendo che in realtà la ragazzina stesse bene.
Un moderno Romeo si è tolto la vita a soli 11 anni a causa di uno scherzo di cattivo gusto: la fidanzata e le sue amiche gli avevano fatto credere che fosse morta e lui, per il dolore, ha deciso di suicidarsi. Il gesto non ha avuto successo nell’immediato me l’ha portato al decesso due settimane dopo. La mamma di Tysen – questo il nome della vittima – non ha voluto rivelare il modo in cui ha agito il figlio ma si è detta sconcertata dal comportamento delle ragazze che hanno architettato lo scherzo, le quali hanno agito in modo sconsiderato senza preoccuparsi del dolore che potenzialmente potevano procurare.
Per essere davvero convincenti hanno usato Facebook e un gruppo di “complici”: Tysen ha visto tutto tramite i social e ha deciso di seguire la sua innamorata nell’aldilà. Oltre alla ragazzina non è ben chiaro chi abbia architettato il piano e chi invece abbia collaborato senza saperlo, ma ci penserà la giustizia a mettere ogni tassello al proprio posto. La mamma dell’adolescente, tanto addolorata quanto infuriata, è stata chiara: “Sono giovani e tutto il resto, ma quando fai una cosa del genere devi essere anche consapevole delle tue scelte: se stai facendo del bene o del male”, ha dichiarato la donna, per poi annunciare che prenderà provvedimenti contro le persone che hanno portato alla morte del figlio.
La fidanzatina di Tysen, solo 13 anni, rischia grosso: potrebbe essere giudicata come un’adulta nonostante la minore età ed essere considerata legalmente responsabile della morte. Le indagini proseguono alla ricerca di maggiori dettagli ma, a prescindere da tutto, la famiglia di Tysen (intervistata da alcuni media americani e dal Daily Mail) ha voluto sensibilizzare tutti i genitori su un concetto semplice ma fondamentale: bisogna sempre parlare con i figli e far capire loro che ogni azione può riservare delle conseguenze anche gravi. Proprio come in questo caso.
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