Sla: scoperta la proteina che prevede l’aggravarsi della malattia

Capire l’aggravarsi della Sla non è impossibile: alcuni ricercatori hanno scoperto la proteina che aiuta a capirlo attraverso delle semplici analisi del sangue.

La rivista scientifica Jama Neurology ha riportato una scoperta che potrebbe rivoluzionare la ricerca nel campo della Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla): effettuando un semplice prelievo del sangue dal malato potrebbe essere possibile prevedere l’aggravarsi della malattia e addirittura stimarne il tempo di sopravvivenza. Visto che ogni anno questa patologia colpisce più di 6000 persone, facile comprendere la portata della scoperta. A portarlo avanti sono stati il centro clinico NeMo e l’ospedale Molinette di Torino, mentre la chiave di tutto è una particolare proteina.

Come spiegato dagli esperti, esiste una proteina C-reattiva che viene prodotta normalmente dal fegato e dal grasso corporeo. Tuttavia in alcune situazioni – tra cui la fase più acuta della patologia o dopo un intervento chirurgico – essa viene prodotta in quantità superiore e quindi il sangue presenta una maggiore concentrazione. Lo studio ha trovato una relazione proprio tra questa elevata concentrazione e l’aggressività della Sla in diverse tipologie di pazienti. “Ad alti livelli di questa proteina corrisponde un quadro clinico più grave ed una sopravvivenza alla malattia più breve”, affermano gli esperti.

Sla: scoperta la proteina che prevede l'aggravarsi della malattia

A cosa può portare questa scoperta? Sicuramente ad un monitoraggio più preciso e serrato della malattia. Christian Lunetta, neurologo e primo autore dello studio, ha risposto alla domanda nella maniera più esaustiva: “Sarà fondamentale per i ricercatori che stanno lavorando a possibili terapie per il trattamento della Sla, perché proprio la modulazione dei suoi processi neuro-infiammatori potrà diventare una strategia terapeutica interessante da sviluppare. Rimanendo con i piedi per terra, tuttavia, il professor Lunetta ha sottolineato che si tratta ancora di una ricerca e non di una terapia attualmente disponibile. In ogni caso il corpo si continua a rivelare una cartina tornasole sempre più chiara da interpretare: qualsiasi sintomo può essere osservato – basta sapere dove cercare – e studi come questo forniscono una chiava di lettura più che esaustiva.

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