Il Ministero della Salute ha liberalizzato l’importazione dall’estero di farmaci costosi. Non sarà possibile venderli in Italia ma la deroga farà risparmiare molti soldi ai malati che ne devono fare uso nonché tentare terapie alternative.
Il Ministero della Salute ha fatto il via libera all’acquisto di farmaci costosi dall’estero. Per l’occasione è stata diramata una circolare volta a regolamentarne l’importazione, precisando cos’è consentito dalla legge italiana e cosa invece non lo è. Prima di tutto va specificato un dettaglio: non è autorizzata la loro immissione in commercio bensì il mero utilizzo personale. Il via libera può essere applicato in due casi specifici: un medicinale non ancora autorizzato in Italia può essere richiesto dal medico e spedito al malato, inoltre un viaggiatore può procurarsi dei farmaci destinati ad un uso personale per svolgere un trattamento terapeutico che non risulti superiore ad un arco di tempo di 30 giorni.
Il rimborso del 19 per cento nel 730 varrà per i medicinali acquistati in Italia e per quelli acquistati all’estero, purché il cittadino sia in possesso dello “scontrino parlante” ed esse siano qualificate come “farmaci”. Sebbene il prezzo troppo alto di alcune fasce di medicinali rappresenti uno dei motivi primari del provvedimento, ciò che più va sottolineato è il fatto che la circolare apra la porta ad una serie di cure vietate in Italia ma già consentite all’estero (basti pensare ad alcune innovative terapie contro il cancro).
In molti casi sarà il medico curante a prendersi la responsabilità dell’importazione, assicurando che il proprio paziente intende sottoporsi a quel determinato trattamento terapeutico e che il medicinale acquistato all’estero non possiede dei differenti dosaggi, formulazione né modo di somministrazione. La circolare è chiara: “L’importazione deve essere giustificata da oggettive ragioni di eccezionalità, in mancanza di una valida alternativa terapeutica”, tuttavia d’ora in poi la dogana non bloccherà automaticamente i farmaci.
Recentemente era stata lanciata una campagna che aveva coinvolto i malati di epatite C. Questi, costretti a recarsi in Paesi quali India o Egitto per pagare un media di 2500 euro tutto compreso contro i 26 mila dell’Italia, potranno beneficiare della concessione operata dal ministero. Ovviamente non si potrà usufruire del rimborso da parte del servizio sanitario nazionale o locale, ma certamente sarà possibile risparmiare del danaro pur senza doversi recare all’estero di persona. Basterà una richiesta del medico e una sua certificazione per dare il via alla procedura di importazione.
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