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Preside vieta le merendine a scuola: i genitori insorgono

Un preside particolarmente attento alle necessità alimentari dei suoi piccoli alunni ha deciso di vietare il consumo di merendine, in favore di snack sani preferibilmente a base di frutta. I genitori però non hanno gradito l’iniziativa e hanno sollevato un vero polverone.

Il preside delle quattro scuole primarie del quartiere Saragozza di Bologna (Bombicci, XXI Aprile, Armandi-Avogli e Manzolini) ha proposto al suo consiglio l’eliminazione delle merendine per tutti gli alunni. Con 13 voti a favore e un astenuto, la delibera è stata approvata: dal 1° febbraio 2017 i genitori avrebbero dovuto mettere nello zaino dei loro figli solamente frutta e verdura. Oltre alle merendine sono stati bandite anche pizzette, panini e carboidrati in generale. Fin qui sembrerebbe una semplice svolta salutista ma i problemi sono cominciati quando la lettera è arrivata ai genitori.

La loro reazione non è stata affatto positiva e la discussione si è immediatamente accesa. C’è chi ha affermato che continuerà a dare le pizzette a suo figlio, chi l’ha definita un’imposizione inaccettabile, chi ha voluto ironizzare così: “Ora abbiamo solo paura che la prossima decisione sia l’introduzione di una buona dose di olio di ricino, che fa tanto bene bambini”. Insomma, le intenzioni del preside non sono state affatto comprese. “Il motivo principale della mia disposizione è quello di salute pubblica: aumentare il consumo di frutta e verdura permette di ridurre l’apporto calorico per i bambini a rischio obesità, si è difeso il preside Stefano Mari.

Nonostante le proteste, il dirigente scolastico continua a sostenere la sua idea. D’altronde molte scuole hanno già adottato questo tipo di atteggiamento, utile per ridurre gli scarti alimentari oltre che per salvaguardare la salute dei più piccoli. Mari ha assicurato che non ci saranno sanzioni per chi non rispetterà la disposizione ma al tempo stesso ha tutta l’intenzione di chiedere il parere di un pediatra. Tra i vantaggi c’è anche l’equità tra alunni di diversa estrazione socioculturale: “L’idea è quella di far portare per merenda un alimento che vada bene a tutti: a scuola si devono socializzare esperienze con risvolti egualitari”, ha aggiunto il contestato preside in un’intervista rilasciata a Repubblica. Tutte queste spiegazioni metteranno a tacere le proteste dei genitori? Oppure preferiranno continuare ad insorgere contro la scuola?

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