Un team di ricercatori italiani ha scoperto come intervenire sull’invecchiamento cellulare e risolvere alcune patologie telomeriche (derivanti cioè dall’invecchiamento): tutti i dettagli e le possibili applicazioni.
La rivista scientifica Nature Communications ha pubblicato uno studio tutto italiano sulle molecole anti-senso che prevengono l’invecchiamento. In pratica, i ricercatori hanno gettato le basi per intervenire sull’invecchiamento cellulare e di conseguenza sulle patologie telomeriche, tra le quali si possono annoverare il diabete, la fibrosi polmonare, la cirrosi epatica, la cataratta, l’invecchiamento precoce e l’artrite. Cercando di semplificare il più possibile il discorso, esistono dei DDRNA (Dna Damage Response Rna) che provocano la senescenza e l’invecchiamento delle cellule. In laboratorio, gli scienziati sono riusciti a sviluppare una nuova “batteria” costituita da molecole anti-senso che riescono ad inibire l’attività dei DDRNA.
Solitamente il passare del tempo provoca l’instabilità del DNA e, appunto, l’invecchiamento. Riuscire ad invertire in questo processo equivale a trovare la chiave della giovinezza, da intendere non solamente come una pelle più liscia bensì come un corpo più sano. La forma fisica e mentale di un individuo raggiunge il suo massimo splendore intorno ai 25-30 anni. Dopo un lungo periodo di stabilità comincia il declino, ma accorgersene è davvero complicato visto che il fenomeno è estremamente lento e progressivo.
A livello fisico cambiano molte cose: i capelli grigi o più radi sono solitamente il sintomo più evidente. Segue una diversa distribuzione del grasso corporeo (sulla pancia per gli uomini, su seno e fianchi per le donne) e una graduale erosione ossea che, qualora diventasse troppo intensa, darebbe luogo all’osteoporosi. La pelle si assottiglia e perde di elasticità, diventando rugosa soprattutto su viso e mani (a volte compaiono anche delle macchioline marroni). Esercizio fisico e una corretta alimentazione possono dare il loro contributo ma ovviamente il processo non può essere arrestato. La molecola anti-senso è stata sperimentata (con successo) in vitro anche su alcune cellule umane ma i ricercatori vogliono capire se è davvero possibile prevenire le patologie sopra elencate. Per avere una risposta occorrerà attendere il prosieguo dello studio.
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