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Erezione mattutina, ecco perché accade a tutti gli uomini

L’erezione mattutina è un dato di fatto: gli uomini si svegliano spesso con quello che gli inglesi definiscono “morning glory”. Ma perché? Dall’università di Newcastle arriva una nuova spiegazione.

Gli inglesi lo definiscono “Morning glory”, ovvero gloria del mattino. Facile capire di cosa si tratti: dell’erezione che molto spesso si verifica negli uomini non appena si svegliano. Ma come mai cominciano la giornata in questo modo? Affascinata dal fenomeno, la scienza continua a fare ricerche per dare una risposta certa al quesito. Ogni teoria ha analizzato in effetti un aspetto piuttosto che un altro e, proprio per questo motivo, nessuna spiegazione finora è stata universalmente accettata. Una nuova ricerca ha voluto tentare nuovamente: raccoglierà maggiori consensi?

A provarci è stato il dottor Sergio Diaz Alvarez dell’Università di Newcastle, in Gran Bretagna. L’esimio professore, come riportato da metro.co.uk, ha finito col dare il merito alla fase rem del sonno. Le sue dichiarazioni sono state inequivocabili: “Gli uomini, probabilmente, si svegliano con quest’erezione mattutina a causa della continua uscita dalla fase rem. Molti possono avere anche nel sonno diverse fasi di erezione, fino a 5 per notte e con una durata massima di mezz’ora ciascuna”.

Molto chiaro anche il nesso tra fase rem e sistema nervoso, responsabile dell’elezione in prima persona: “Durante la fase rem, c’è un passaggio nel sistema nervoso che porta da una stimolazione di tipo simpatico a una di tipo parasimpatico. Si tratta di un fenomeno che non avviene in altre fasi del sonno”, ha precisato Alvarez. L’erezione si verifica grazie ad una serie di meccanismi vascolari, endocrini e neurologici attraverso i quali il sangue confluisce verso il pene. Solitamente si parte da un’eccitazione mentale che porta poi all’eccitazione fisica: avvenendo nel sonno, le due fasi diventano entrambe autonome visto che il soggetto sta beatamente dormendo. Avrà ragione il professor Alvarez e sarà tutta colpa (o merito) della fase rem? La comunità scientifica avrà di che riflettere.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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